Tra utopia e realtà
A Torino si è svolta la terza edizione di Biennale Democrazia, una cinque giorni con illustri pensatori, politici, giornalisti e professori per riflettere insieme sulla coesistenza democratica. Ma nel bel mezzo dell?inaugurazione?
Massimiliano T. | 27 aprile 2013
«Vi chiedo di mettere da parte ogni cinismo e di osare! Volate alto, non abbiate timore di esporre il vostro sguardo alle cose di questo mondo. Riprendetevi il sogno, i valori della solidarietà, dell?eguaglianza, della dignità umana. Perché questi principi non sono solo parole virtuose: è in essi, dentro di essi, il segno della vita che verrà. Di una politica responsabile e di una felice democrazia». Con queste parole la Presidente della Camera Laura Boldrini saluta i numerosi giovani presenti al teatro Regio di Torino in occasione della terza edizione di Biennale Democrazia, quest?anno dedicata alla parola chiave ?utopia?. Un titolo emblematico che, spiega il presidente Zagrebelsky: «è un atto di consapevolezza storica, poiché avvertiamo ormai inconfutabilmente di vivere in un?epoca di svolta che impone una riflessione sui fondamenti da salvaguardare e sul rinnovamento da promuovere. Sappiamo che il futuro non potrà essere una ripetizione del passato e che occorrono idee nuove per riconciliarci con noi stessi e col mondo che verrà».
I vari dibattiti in programma sono stati spalmati nell?arco di cinque giornate che, dal mattino alla sera, hanno riempito i teatri, i cinema e le facoltà del centro di Torino. Filo conduttore, le ?utopie moderne? che spesso sono divergenti e ? quasi per conseguenza ? democratiche. Tra i relatori, oltre ai citati Boldrini e Zagrebelsky, Marc Augè, l?acclamato antropologo francese che fu famoso per gli studi sul paradossale incremento della solitudine nonostante la continua evoluzione dei nostri mezzi di comunicazione, e anche esperti nostrani come Beppe Severgnini, Umberto Veronesi, Mario Calabresi, Romano Prodi e Alessandro Baricco. In pieno stile Biennale Democrazia, i dibattiti erano gratuiti e aperti al pubblico, che aveva l?occasione più unica che rara di poter interloquire direttamente con i relatori. Molti i giovani presenti - tra cui anche noi di Zai.net - coinvolti direttamente nei panel sulla questione africana, cui era dedicato quest?anno uno speciale approfondimento, con l?obiettivo di aprire un dibattito e ragionare sugli scenari di sviluppo e democratizzazione dell?area. Proprio per questo motivo ci ha colpito ancora di più un episodio singolare che ha avuto come protagonista un centinaio di migranti africani che avevano organizzato una manifestazione di fronte al teatro Regio, il giorno del discorso inaugurale della Presidente Boldrini.
All?interno del teatro erano presenti alcuni uomini politici africani (invitati come ospiti dell?inaugurazione) mentre, all?esterno, un cordone della polizia ed uno dei carabinieri separavano i manifestanti dalle porte dello stabile. Il gruppo voleva farsi ricevere tramite una delegazione per richiamare l?attenzione sul problema dell?accoglienza che, nelle precedenti settimane, aveva costretto alcuni rifugiati ad occupare delle palazzine disabitate in periferia. Ma fino alla fine dell?inaugurazione non gli è stato concesso di interloquire con nessuno.
Questo, ha spiegato il presidente Zagrebelsky, è avvenuto perché: «Ogni cosa ha il suo posto: se oggi ci chiedono il palco queste associazioni, domani come facciamo a dire di no ad altre?». Alla fine, sebbene alcuni presenti fossero recalcitranti a fare entrare tutti i venticinque esponenti della delegazione, la Presidente Laura Boldrini ha deciso comunque di riceverli. La questione si è quindi risolta positivamente, ma ci è sembrato un evidente controsenso il fatto che proprio in una cornice di democrazia, in cui parole chiave come ?solidarietà?, ?dignità?, ?uguaglianza? la fanno da padrone, l?utopia non abbia lasciato il posto alla realtà, anzi le abbia sbattuto la porta in faccia.
A parte questo incidente di percorso, tutti gli eventi sono stati davvero interessanti e ben organizzati. Purtroppo alcuni dibattiti ci sono sfuggiti, dato il gran numero di ospiti ed eventi previsti ? considerate che l?opuscolo informativo della programmazione era di un centinaio di pagine!
Biennale/Democrazia si svolge ogni due anni a Torino, quindi se durante le prime settimane di aprile 2015 passate da quelle parti vi consigliamo di farci un salto perché è gratuita, ma soprattutto perché è democratica.
I vari dibattiti in programma sono stati spalmati nell?arco di cinque giornate che, dal mattino alla sera, hanno riempito i teatri, i cinema e le facoltà del centro di Torino. Filo conduttore, le ?utopie moderne? che spesso sono divergenti e ? quasi per conseguenza ? democratiche. Tra i relatori, oltre ai citati Boldrini e Zagrebelsky, Marc Augè, l?acclamato antropologo francese che fu famoso per gli studi sul paradossale incremento della solitudine nonostante la continua evoluzione dei nostri mezzi di comunicazione, e anche esperti nostrani come Beppe Severgnini, Umberto Veronesi, Mario Calabresi, Romano Prodi e Alessandro Baricco. In pieno stile Biennale Democrazia, i dibattiti erano gratuiti e aperti al pubblico, che aveva l?occasione più unica che rara di poter interloquire direttamente con i relatori. Molti i giovani presenti - tra cui anche noi di Zai.net - coinvolti direttamente nei panel sulla questione africana, cui era dedicato quest?anno uno speciale approfondimento, con l?obiettivo di aprire un dibattito e ragionare sugli scenari di sviluppo e democratizzazione dell?area. Proprio per questo motivo ci ha colpito ancora di più un episodio singolare che ha avuto come protagonista un centinaio di migranti africani che avevano organizzato una manifestazione di fronte al teatro Regio, il giorno del discorso inaugurale della Presidente Boldrini.
All?interno del teatro erano presenti alcuni uomini politici africani (invitati come ospiti dell?inaugurazione) mentre, all?esterno, un cordone della polizia ed uno dei carabinieri separavano i manifestanti dalle porte dello stabile. Il gruppo voleva farsi ricevere tramite una delegazione per richiamare l?attenzione sul problema dell?accoglienza che, nelle precedenti settimane, aveva costretto alcuni rifugiati ad occupare delle palazzine disabitate in periferia. Ma fino alla fine dell?inaugurazione non gli è stato concesso di interloquire con nessuno.
Questo, ha spiegato il presidente Zagrebelsky, è avvenuto perché: «Ogni cosa ha il suo posto: se oggi ci chiedono il palco queste associazioni, domani come facciamo a dire di no ad altre?». Alla fine, sebbene alcuni presenti fossero recalcitranti a fare entrare tutti i venticinque esponenti della delegazione, la Presidente Laura Boldrini ha deciso comunque di riceverli. La questione si è quindi risolta positivamente, ma ci è sembrato un evidente controsenso il fatto che proprio in una cornice di democrazia, in cui parole chiave come ?solidarietà?, ?dignità?, ?uguaglianza? la fanno da padrone, l?utopia non abbia lasciato il posto alla realtà, anzi le abbia sbattuto la porta in faccia.
A parte questo incidente di percorso, tutti gli eventi sono stati davvero interessanti e ben organizzati. Purtroppo alcuni dibattiti ci sono sfuggiti, dato il gran numero di ospiti ed eventi previsti ? considerate che l?opuscolo informativo della programmazione era di un centinaio di pagine!
Biennale/Democrazia si svolge ogni due anni a Torino, quindi se durante le prime settimane di aprile 2015 passate da quelle parti vi consigliamo di farci un salto perché è gratuita, ma soprattutto perché è democratica.