Lunedì 6 agosto il Senato, con il parere favorevole del governo, ha approvato all’unanimità un emendamento al cosiddetto “decreto milleproroghe”. La maggioranza, in parole povere, ha deciso di bloccare per due anni più di un miliardo e mezzo di euro destinati a progetti di riqualificazione delle periferie.
Il fondo sospeso dall’emendamento è figlio di un bando del governo Renzi nel 2016, a cui potevano partecipare comuni e città metropolitane presentando progetti per riqualificare aree periferiche degradate. Il governo pubblicò immediatamente la graduatoria dei 120 progetti selezionati, finanziando i primi 24 - con 500 milioni di euro - e rimandando il pagamento dei restanti 96, per un totale di 1,6 miliardi di euro. L’emendamento approvato lunedì ha sospeso per due anni questa seconda tranche di finanziamenti.
"Vista la gravità di quanto accaduto, ho deciso di interrompere le mie ferie qualche giorno prima per seguire la questione più da vicino, cercando un fronte comune con gli altri sindaci del territori" - afferma Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, cui fanno seguito le parole di tanti altri primi cittadini allarmati da questa inaspettata decisione. Jacopo Massaro, sindaco di centrosinistra di Belluno, è ancor più severo: "L'impatto è devastante, noi abbiamo già fisicamente speso 1 milione e 200 mila euro e stiamo impegnando un'altra quindicina di milioni di euro. Avevamo in programma la riqualificazione di un'area degradata sul Piave, la riconversione di piazzale Stazione e di due palazzi storici da trasformare in edifici con affitti calmierati: 15 interventi per 35 milioni di euro". Tra i progetti a rischio ci sono quelli da 18 milioni di euro del comune di Milano, da 58 milioni di euro di Catanzaro e da 40 milioni per Genova e Messina.
Queste le parole di Luigi Di Maio, leader Cinque Stelle: “Non abbiamo bloccato i fondi per le periferie, il nostro è un emendamento a tal punto di buon senso, e che rispetta una sentenza della Corte Costituzionale, che anche le opposizioni che ci attaccano hanno votato”.