Addio a Clara Sereni, alla sua prosa asciutta e magica, ai suoi infiniti ricordi, al suo periodare arioso e alla meraviglia dei suoi racconti in grado di far rivivere le stagioni migliori del Novecento.
Se ne è andata a soli 71 anni una straordinaria scrittrice e una donna che ha dedicato l'intera vita al prossimo: alla passione civile e politica, certo, sempre viva in lei e in buona parte della sua generazione, ma anche all'effetto per il figlio Matteo, psicotico dalla nascita, in nome del quale aveva creato la Fondazione Città del sole-Onlus, al fine di venire incontro a tutti coloro che sono affetti da disagi psichici.
Clara Sereni, figlia di Emilio Sereni e Xenia Silberberg, esponente di quell'ebraismo romano e di quel comunismo colto, aperto e ricchissimo di valori che tanto hanno contribuitonalla rinascita e allo sviluppo del nostro Paese, si era trasferita da molti anni in Umbria, dove aveva ricoperto anche l'importante incarico di vice-sindaco di Perugia e dove si era fatta apprezzare per la sua profonda umanità.
Una vita bella e difficile, quella della Sereni, sposata con lo sceneggiatore e regista Stefano Rulli, agguerrita nelle sue battaglie e intensa nelle sue denunce, fragile ma complessivamente esaltante, proprio come i suoi racconti, con quei personaggi sempre a metà fra la realtà e il romanzo, in cui non era semplice distinguere dove terminasse l'invenzione e cominciasse la vita vera, dove i ricordi si intrecciassero con la fantasia propria di ogni grande autore.
Clara e la sua sincerità, la sua gentilezza, il suo pensiero critico e i suoi princìpi, scolpiti in una storia, personale e familiare, di cui pochi dispongono.
Nel salutarla, il presidente Mattarella ha asserito: "Ho appreso con dispiacere la notizia della scomparsa di Clara Sereni, scrittrice colta, sensibile e raffinata. Una donna che ha speso gran parte della sua esistenza al servizio della comunità e delle persone più svantaggiate". Un omaggio che descrive alla perfezione il filo conduttore della sua esistenza.