Cinque anni, cinque tristissimi anni senza Franca Rame. E un senso di solitudine e di addio che ci pervade, ora che se ne è andato anche Dario Fo e ci stringe un senso di inadeguatezza, di paura, un sentimento di dolore e sofferenza senza precedenti.
Cinque anni senza la loro arte da giullari di strada assurti involontariamente alla gloria. Cinque anni di fragilità e di emozioni mancate, di speranze tradite, di sogni infranti, di emozioni che, oggettivamente, sono venute meno.
Cinque anni e l'amara sconfitta della sinistra a livello globale, interrogandoci su cosa avrebbero detto lei e Dario in merito, su quali commedie avrebbero scritto, su quali giullarate si sarebbero inventati per irridere la miseria morale di questa stagione senz'anima e senza idee, senza pietà e senza un filo di passione civile.
Cinque anni da quel 29 maggio del 2013, quando Franca ci disse addio e Dario la salutò da par suo, con un'ultima, meravigliosa recita d'amore che suggellò un legame inscindibile, simbolo di un abbraccio durato sei decenni e caratterizzato da una complicità rara, come se davvero i due fossero ormai una cosa sola.
Cinque anni, in questo livido scorrere del tempo, in questo volo di giorni senza storia, in questo andare insensato di attimi privi d'anima, a metà fra la follia e l'assurdo, fra la provocazione e il nulla, fra l'abisso e qualche vago desiderio di riscossa che, tuttavia, non riesce a trovare riscontro nella realtà.
Di Franca Rame ci mancano, soprattutto, le provocazioni, lei che subì persino uno stupro per le sue idee politiche e seppe andare avanti, in un clima da Guerra fredda permanente, con tutti contro, nessun aiuto, innumerevoli tentativi di osteggiarla e di rendere la vita impossibile a questa coppia di straordinari attori che ha illuminato con la propria grandezza l'asfittico panorama di un Paese da sempre malato di conformismo e di asservimento al potere.
Lei e Dario sono stati l'opposto: sempre contro, meravigliosamente contro, in una costante denuncia senza sconti di ogni barbarie ed ingiustizia, dagli operai che morivano sul lavoro alla base americana a Vicenza, senza mai risparmiarsi né demordere.
Una donna indomita: questo è stata Franca Rame e per questo, mentre i potenti la contrastavano in tutti i modi, il pubblico la adorava, accorrendo agli spettacoli suoi e di Dario e rendendo possibile quel miracolo che fu la Comune nella Palazzina Liberty di Milano.
Mai si è fermata la sua battaglia, mai si è placato il suo ardore, mai si è spenta l'eco delle polemiche intorno alle sue parole e ai suoi gesti. Per questo ha vissuto, amato, creduto, sperato, rischiato e infine se ne è andata, cinque anni fa, all'età di ottantatre anni, al termine dell'ultimo sberleffo compiuto ai danni di una vita che nessuno potrà mai dire che sia trascorsa invano.
Ciao Franca, dal profondo del cuore.
P.S. Cinquant'anni fa, grazie al genio di Stanley Kubrick, usciva 2001: Odissea nello spazio, capolavoro di fantascienza tuttora insuperato e, forse, insuperabile. È un modo come u n altro, diverso dal solito, per rendere omaggio all'anno che ha cambiato il mondo.