Connessioni corporee e virtuali: rischi, vantaggi e differenze
A fare da regina nel mondo attuale è l’iperconnessione, ma quali sono i rischi di quest’ultima? A rispondere alle domande è Bruno Pianella, psicologo specializzato in psicoterapia
Gaia Canestri | 1 aprile 2025

Siamo sempre connessi, in contatto attraverso schermi e tastiere alla ricerca di aggregazione. Eppure una differenza c'è e ci deve essere tra incontrarsi e potersi toccare, stringere la mano, abbracciarci; e sentire la nostra voce filtrata da un microfono.

Quanto è importante aggregarsi?

L’uomo è un animale sociale, ha bisogno ed è dipendente dalla relazione umana, a partire dalla fase dell’infanzia e dell’adolescenza. Incontrarsi e aggregarsi con i coetanei è un'opportunità per affinare le proprie competenze sociali essenziali. In una fase adolescenziale l’aggregazione contribuisce allo sviluppo della nostra identità: è attraverso la relazione con gli altri, attraverso il contatto, la vulnerabilità e la loro visione che scopriamo chi siamo. Attraverso il dialogo l’aggregazione contribuisce poi alla risoluzione dei conflitti, ma anche allo sviluppo di uno spirito cooperativo: pensiamo alle cose straordinarie che l’uomo ha fatto collaborando. Un altro aspetto fondamentale è il concetto di supporto emotivo; in momenti sfidanti della nostra vita, avere un gruppo di riferimento ci aiuta a rendere più facili le sfide dell’adolescenza e ad aumentare il senso di appartenenza.

Cosa cambia tra aggregazione fisica e aggregazione virtuale?

Sono due modalità di aggregazione diverse, ma non opposte. Quella virtuale manca delle coordinate spazio-temporali, è sicuramente più veloce e immediata, permette di interagire con persone da diverse parti del mondo superando le barriere geografiche; ma presenta anche sfide significative. A partire dal linguaggio tutto suo, un linguaggio non verbale, con una profondità emotiva diversa e che potrebbe generare malintesi, inoltre una presenza eccessiva online può contribuire a sentimenti di isolamento e ansia. Le interazioni fisiche, al contrario, offrono una varietà di stimoli sensoriali e un contesto di supporto emotivo che promuove il benessere mentale. Ricordiamo che il luogo in cui avviene l'aggregazione non è un fattore secondario. Gli ambienti positivi, sicuri e arricchenti amplificano le relazioni significative e durature.

L’iperconnessione ci rende davvero più uniti? O semplicemente più soli?

La risposta sta nel capire che tipo di relazioni stabiliamo nel mondo virtuale. Sono davvero relazioni autentiche? Questo tipo di relazioni richiedono impegno e reciprocità. Sono caratterizzate da un legame unico che si rafforza attraverso la conoscenza reciproca, la fiducia e la capacità di accettare il cambiamento, commettendo errori e riparandoli, imparando a chiedere scusa. Nel virtuale queste caratteristiche potrebbero essere più difficili da replicare, in favore di relazioni usa e getta. Spesso nella società attuale, soprattutto sui social, le amicizie sono dei mezzi per la popolarità, e queste non sono relazioni autentiche. Non dobbiamo però dimenticare che in altre situazioni l’utilizzo del virtuale può essere un mezzo ottimo per raggiungere connessioni che altrimenti non sarebbero possibili, come nel caso di ragazzi molto introversi. Insomma, tutto sta nel chiedervi che spessore hanno le vostre relazioni, sia nel mondo reale che virtuale.

Sebbene la tecnologia possa facilitare le connessioni, nulla può sostituire l'impatto e il calore di un'interazione faccia a faccia.