Italia e competenze digitali: in Europa siamo tra gli ultimi in classifica
Come rivela il report di Con i Bambini sul fenomeno della povertà educativa in Italia, siamo quasi alla fine nella classifica delle competenze digitali almeno di base nei paesi Ue nel 2023: si alza il digital gap ma anche il livello di cyberbullismo
Gaia Canestri | 3 febbraio 2025

Strutture non adatte, competenze digitali basse e livelli alti di bullismo e cyberbullismo: a rivelarlo è uno studio recente dell'impresa sociale Con i bambini, nata nel 2016 per attuare i programmi del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Tra i progetti anche quello della creazione di un Osservatorio, una finestra sulla povertà educativa fatta di dati, report e analisi. Tra gli ultimi studi c'è anche quello sulle competenze digitali, arrivato giusto in tempo per l'Internet Safer Day che si terrà l'11 febbraio per promuovere l'uso consapevole e sicuro di Internet in tutto il mondo. 

Giovani e uso responsabile di Internet 

Per quanto Internet sia accessibile a tutti, il focus principali è proprio sui ragazzi, protagonisti indiscussi del web: da una parte perché sono loro che, più di adulti e anziani, ne fanno un uso massiccio sfruttando le sue potenzialità per compiti e studio ma anche per svago e divertimento; dall'altra parte però ci si chiede se i ragazzi, soprattutto i più giovani, siano in grado di fare di questo strumento un uso consapevole, intelligente e sicuro. I rischi di un utilizzo sbagliato sono tanti, a partire dal fenomeno del cyberbullismo o del bullismo che secondo l'indagine colpirebbe 1 studente su 10 e quasi 2 su 10 studenti stranieri, promuovendo così fratture e disuguaglianze sociali. 

Non possiamo poi ignorare che la diffusione così veloce dell'intelligenza artificiale oltre a rappresentare uno strumento all'avanguardia e di supporto a centinaia di mestieri incarni anche una sfida alla battaglia contro le fake news e i deep fake. In questo momento più che mai si avverte la necessità di educare alla digitalizzazione, a partire dai banchi di scuola.

Postazioni mancanti o inadeguate nelle scuole

È dalle aule scolastiche che dovrebbe partire l'educazione ai media e a Internet, ma le scuole italiane non sono attrezzate. Secondo lo studio di Con i bambini solo il 35,7% degli edifici scolastici dichiara la presenza di aule informatiche nell'anno scolastico 2022-2023, mentre il 28,9% dichiara di non possederle, molte altre invece non dichiarano nessuna informazione. Oltre alla scarsità di istituti attrezzati c'è un altro problema: la loro distribuzione sul territorio. Le aule informatiche sono poche nelle zone rurali e maggiori nei centri medio-grandi, inoltre sarebbero meno diffuse in zone con alta concentrazione di famiglie a basso reddito. La Liguria con una percentuale di edifici scolastici attrezzati del 56,5% sale al primo posto in classifica, seguita da Piemonte con 52,6% e Valle D'Aosta con 52,1%. più alta di edifici scolastici statali con aula di informatica si registra in Liguria con il 56,5%. Seguono il Piemonte (52,6%) e la Valle d’Aosta (52,1%). Al centro-sud si registrano invece le percentuali più basse come Abruzzo con 24%, Campania (22%), Calabria (21,8%) e Lazio (18,1%).

Competenze digitali: Italia in fondo alla classifica 

Forse il dato più preoccupante è proprio quello relativo al livello delle competenze digitali degli italiani: secondo l'Eurostat nel 2023 solo il 45,8% dei cittadini possiede competenze digitali almeno di base, con 10 punti percentuali di distacco dalla percentuale media europea del 55,6%. Se consideriamo solo i ragazzi dai 16 ai 29 anni la percentuale si alza a 58,5%, ma siamo comunque sotto alla media europea del 70,7%. Così ci posizioniamo al terzultimo posto sopra solo a Bulgaria (52,3%) e Romania (46%). Ai primi posti invece troviamo rispettivamente Finlandia (94,5%), Malta (91,8%) e Repubblica Ceca (90,2%).

Altro dato rilevante riguarda la correlazione tra livello di istruzione e competenze digitali: in Italia a detenere competenze digitali almeno di base sono il 74,5% circa dei laureati, il  61,1% dei diplomati e il 46,7% di individui con un livello di istruzione inferiore.