Di recente il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, ha affermato la sua volontà di costruire un termovalorizzatore sul suolo capitolino, più precisamente a Santa Palomba, non lontano dalla città dove viviamo. Attualmente gran parte della gestione illecita dei rifiuti a Roma è sotto il controllo delle mafie territoriali e si stima che nel 2018 gli eco-reati legati al traffico illecito dei rifiuti in tutta italia, come dice Lifegate, siano stati 8.000. Il metodo a cui si affidano le cosiddette ecomafie per smaltire illegalmente rifiuti è soprattutto il rogo, attraverso cui vengono bruciate tonnellate di rifiuti, che rilasciano in atmosfera sostanze nocive per uomini, animali e ambiente. Il termovalorizzatore è un impianto il cui scopo è quello di ridurre il più possibile l’impatto ambientale di rifiuti non riciclabili, dando loro una seconda vita tramite la combustione, da cui si ricava energia elettrica e materiale per l’edilizia. Ma tramite la combustione non si sprigionano comunque sostanze dannose per ambiente, uomo e animali? Sì, ma la differenza sta nel fatto che con i roghi le sostanze nocive vanno direttamente in atmosfera, mentre nel termovalorizzatore vengono filtrate quasi completamente. Ciò che rimane è comunque controbilanciato dal fatto che non si inquinerà più per l’esportazione e lo spostamento dei rifiuti dal Cento o dal Sub Italia a Nord, o addirittura all’estero. Quindi si risparmierà all’ambiente l’inquinamento legato allo sposta mento dei rifiuti a termovalorizzatori più lontani, anche perché le discariche impattano almeno 7 volte di più, anche se più vicine.
La sua costruzione, se da un lato contrasterebbe le mafie (che non potrebbero più smaltire i rifiuti illegalmente), dall’altro lato rischia di attirare l’interesse della criminalità organizzata come in tutti gli appalti e lavori pubblici. È una questione molto delicata perché ne va anche della salute dei nostri territori e di noi cittadini che li abitiamo e l’invito alle istituzioni è a essere più vigili che mai per impedire l’infiltrazione mafiosa nel progetto, controllando l’operato e la buona amministrazione del termovalorizzatore, anche coinvolgendo i residenti, così da ridurre ancora di più il rischio di infiltrazione.