Il femminicidio di Giulia Cecchettin ha scosso l’Italia e causato rabbia e rammarico. I media hanno raccontato la vicenda sin dall’inizio, andando ad approfondire le dinamiche del rapporto tra Giulia e l’ex ragazzo Filippo Turetta. Da subito sono stati fatti errori colossali: la possessività e il controllo dell’ex sono presentati come una gelosia adolescenziale, il rapimento come un momento di debolezza di un 22enne ferito che ha perso la testa per un momento. “Le faceva i biscotti, la amava”. Alla scoperta del corpo della giovane, la situazione è forse addirittura peggiorata. Il canale dove è stata ritrovata viene descritto come “un posto da innamorati, sperduto e magico”, facendo passare un omicidio per un gesto estremo d’amore, seppur malato. L’appello della sorella Elena, condiviso da moltissime, volto a chiedere agli uomini consapevolezza su quelle azioni – anche piccole e spesso commesse senza rendersene conto – che commettono a danno delle donne, è stata etichettato da Libero come una “caccia ai maschi”, mostrandoli come vittima in un momento in cui il focus dovrebbe essere esclusivamente sul dramma delle violenze sulle donne. Queste narrazioni, profondamente sbagliate, sono la colonna portante del patriarcato e vanno a screditare le sacrosante rivendicazioni e, soprattutto, le grida di aiuto di milioni di donne. E quando piangiamo, è ormai troppo tardi.
"Filippo le faceva i biscotti, l’amava”
Alex Lung | 9 dicembre 2023