Nella giornata di ieri, 16/05/23, proprio quando studenti e studentesse avevano piazzato dei presidi davanti alle sedi delle regioni di tutta Italia per continuare a tenere alto il livello di mobilitazione, il governo, durante la seduta congiunta delle commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera, ha ritirato l'emendamento di 660 milioni contro il caro affitti degli alloggi deggli studenti e anche quello per promuovere la parità di genere negli appalti pubblici, per evitare il rischio di inammisibilità per estraneità di materia, salvo poi ripresentarlo con delle modifiche.
Le ragioni di governo dietro il ritiro
Come riportato dall'ANSA, le due proposte di modifica, dopo essere state giudicate inammissibili e ritirate, sono state ripresentate dall'esecutivo al decreto legge omnibus sugli Enti Lirici, Inail e Inps, ritenuto più naturale dall'esecutivo, tuttora in esame alla Camera. "È stato ritenuto il veicolo normativo più idoneo ad ospitarli per omogeneità di materia. Si tratta di una mera questione tecnica, senza nessun risvolto politico", ha precisato il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. Immediata la reazione delle opposizioni, come quella di Stefania Bonaldi, responsabile Pubblica Amministrazione in segreteria PD, che interviene dicendo: "Il governo ritira quindi l’immediata operatività di misure contro il caro affitti che destinavano 660 milioni di euro a nuovi posti letto presso alloggi o residenze per studenti. E ritira anche la promozione della parità di genere nel settore degli appalti pubblici, cioè una premialità in favore delle imprese che adottano politiche in tal senso. Al di là della figura da dilettanti allo sbaraglio di un Governo che evidentemente non verifica prima la fattibilità delle proprie proposte, viene il dubbio che si sia trattato di una manovra a uso e consumo elettorale. Le promesse quindi passano e restano invece i problemi irrisolti". Anche Francesco Silvestri, capogruppo M5S alla Camera, attacca definendo l'azione di governo "Un'altra clamorosa figuraccia". Intanto gli studenti e le studentesse di tutte le regioni italiane si preparano in vista dello sciopero generale in programma per il 26/05/23.