Quali sono stati i casi di cronaca nera che hanno più sconvolto e intrigato il nostro paese?
Il Mostro di Firenze
Il Mostro di Firenze è stato un serial killer responsabile di otto duplici omicidi di coppie che si appartavano in luoghi isolati. Non si è mai trovato il colpevole, ma la vicenda ha scandalizzato un'intera generazione tra gli anni ‘70 e ‘80.
Il delitto della Sapienza
Il delitto perfetto della Sapienza vide coinvolta la studentessa Marta Russo, che passando per la città uni versitaria fu colpita da un proiettile il 9 maggio 1997 e morì dopo cinque giorni di coma. Le indagini finirono nel 2003 con la condanna di Giovanni Scattone per omicidio colposo aggravato grazie a una controversa testimonianza, fatto che risulta poco credibile a causa della mancanza di un movente.
Il caso Caretta
Il 4 agosto 1989 avvenne a Parma l'omicidio della famiglia Caretta. Gli investigatori iniziarono a cercarli ovunque, senza successo. Intanto Ferdinando Caretta, figlio della coppia dei coniugi scomparsi, incassò due assegni per un totale di 6 milioni di lire, per poi andare a Londra. Nel 1998 Ferdinando decide di ammettere il triplice omicidio della famiglia in un'intervista al programma Chi l'ha visto?. Nel 1999 verrà riconosciuto incapace di intendere e di volere. Nel 2004 ottiene la semilibertà.
Delitto dell'Olgiata
Il 10 luglio 1991 in una villa dell'Olgia ta avvenne l’omicidio della contessa Alberica Filo della Torre. Una volta iniziate le indagini, gli investigatori capirono che a compiere l’omicidio doveva essere una persona vicino alla contessa, cosicché potesse muoversi liberamente all'interno della villa. Era già un passo avanti, poiché quella mattina c’era tanta gente per i preparativi dell’anniversario di matrimonio della contessa e di suo marito. I sospetti ricaddero su Manuel Winston Reyes, un dipendente filippino licenziato giorni prima, e Roberto Jacono, figlio dell’insegnante privata dei bambini della contessa, affetto da problemi psichici. Sono stati scagionati entrambi per mancanza di prove e il caso fu abbandonato. Venne riaperto nel 2007 per riesaminare le prove del DNA con le nuove tecnologie, e il colpevole venne identificato nella persona del dipendente licenziato.