Un gruppo di ricercatori dell'Università di Cambridge ha condotto uno studio sperimentale sull'impatto della "settimana corta", cioè di soli 4 giorni nell’ambito lavorativo. Hanno preso parte all'esperimento 61 organizzazioni nel Regno Unito che per 6 mesi hanno ridotto del 20% l'orario di lavoro per tutto il personale lasciando invariato lo stipendio. L'adozione della settimana corta rappresenterebbe sicuramente una svolta culturale per la nostra realtà: dal risparmio su costi di riscaldamento, mensa e trasporti, con l'equivalente miglioramento della situazione ambientale, alla riduzione di stress e malattie, fino all'agognato bilanciamento tra casa e lavoro.
I dati dello studio
Wil_ita riporta i risultati delle aziende inglesi che hanno approvato la settimana corta:
●Il 71% dei lavoratori ha riportato sintomi di burnout (una sindrome legata allo stress lavoro-correlato, che porta il soggetto all'esaurimento delle proprie risorse psico-fisiche e alla manifestazione di sintomi psicologici negativi) in calo
● Il 31% dei lavoratori ha riportato meno stress
● I giorni di malattia sono diminuiti del 65%
● Le dimissioni sono diminuite del 57%
Dal punto di vista economico invece sembra che le cose rimarrebbero quasi uguali, infatti i ricavi sono risultati invariati. Osservando le prime sperimentazioni in Europa, il 92% delle aziende che adoperano la settimana lavorativa di 4 giorni vorrebbe mantenerla. L'Islanda è stata una delle pioniere della settimana lavorativa di 4 giorni, e oggi quasi il 90% della popolazione ha un orario lavorativo ridotto. In Svezia, invece, il progetto della settimana da 4 giorni è stato sperimentato con una riduzione dei salari e per questo è stato accolto con pareri contrastanti. E in Italia? Nel nostro paese si è cominciato a parlare di questa opportunità, ma solo alcune aziende in modo autonomo hanno deciso di adottare la settimana corta. È l'esempio dell’azienda Carter & Benson di Milano, che ha introdotto la settimana corta dal gennaio 2021. L'elenco di benefici derivanti dell'introduzione nelle aziende della settimana corta dimostra dunque che essa non solo è possibile, ma auspicabile, sia per incentivare i lavoratori a una maggior produittività che per diminuire le tensioni quotidiane legate alle proprie mansioni.