Addio a sigarette e sigarette elettroniche all’aperto e in luoghi pubblici! Non si potrà più fumare alle fermate di metro, bus, treni e traghetti come nei parchi; il Governo sta mettendo in atto il provvedimento che dovrà essere emanato entro la fine dell’anno. Sarà un aggiornamento della legge Sirchia risalente due decenni fa.
Come nasce questo divieto e perché il Governo ritiene necessario una stretta ulteriore? La sigaretta contiene catrame con circa 4800 sostanza dannose, fra le quali la nicotina e il monossido di carbonio. La nicotina è la sostanza che induce dipendenza: come altre droghe svolge il suo effetto, determinando piacere, aumentando la concentrazione e il benessere e riducendo l’ansia. Per questo è molto difficile per i fumatori smettere.
Quasi un italiano su quattro (24,2% della popolazione) è un fumatore. In Italia gli utilizzatori abituali e occasionali di e-cig sono il 2,4% ovvero circa 1.200.000 persone. L’81,9% di chi usa la sigaretta elettronica è un fumatore, dunque un consumatore che fuma sia le sigarette tradizionali che e-cig. La prevalenza di fumatori è più alta al Sud in entrambi i sessi: 32,6% negli uomini, 21,6% nelle donne.
Ad annunciare la decisione di voler cambiare la norma è il Ministro della Salute Orazio Schillaci, che durante un’audizione in commissione Affari sociali della Camera ha detto di voler allargare la stretta sul fumo alle e-cig, provvedimento che a 20 anni dalla Legge Sirchia inasprirà i divieti anti fumo. I cardini della norma saranno quelli di vietare le ‘bionde’ (e non solo) anche in alcuni luoghi all'aperto e soprattutto lo stop assoluto di fumare se nelle vicinanze ci sono bambini e donne in gravidanza. Tali misure riguarderanno anche le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato. Servirà a contrastare il fenomeno del fumo attivo e passivo? La Legge Sirchia contribuì, secondo le statistiche, a diminuire di circa un milione il numero dei fumatori dal 2005 a oggi, ma si preannunciano proteste.