Giorno della Memoria, Finzi: “L’Italia non ha ancora fatto i conti con il passato”
L’Assessore alla Comunità Ebraica di Roma ai microfoni di Zai.Time: "L'atteggiamento della Russia? La storia non ha insegnato nulla..."
Michela Roccasalva e Benedetta Volpini | 27 gennaio 2023

Il 27 gennaio è la Giornata della Memoria, giorno in cui si ricordano le vittime dell’Olocausto e la fine dello sterminio perpretrato dal regime nazista nei confronti di ebrei, rom, omosessuali, dissidenti politici, donne e uomini con malformazioni fisiche e/o disagi psicologici. 

Fra coloro che portano avanti il ricordo della Shoah vi è la Comunità Ebraica di Roma, sempre in prima linea nell’organizzare eventi e incontri coinvolgendo anche e soprattutto le giovani generazioni. 

Come possono i giovani mantenere vivo il ricordo della Giornata della Memoria? E perchè è importante che questa giornata entri nelle scuole?

Lo abbiamo chiesto a Massimo Finzi, Assessore alla Memoria della Comunità Ebraica di Roma, intervistato in diretta su Zai.Time

Massimo Finzi, romano, di religione ebraica, nato nel 1942 durante l’occupazione dei nazisti, ha raccontato la sua storia e gli incontri che ha svolto nelle scuole, in questi anni, per sensibilizzare sul tema. 

 

Come si è salvato dalla deportazione?

All’epoca della prima retata avevo un anno e mezzo e mi sono salvato perchè, mentre i tedeschi salivano le scale per la persecuzione nelle abitazioni, una porta amica si è aperta: una famiglia, nostri vicini di casa, mi ha accolto, ma un’altra bambina, mia coetanea, non è stata così fortunata. Nessuno l’ha nascosta in casa e purtroppo è morta nei campi di concentramento. Questo ci fa capire quanto abbia giocato purtroppo un ruolo decisivo l’indifferenza. 

 

Cosa si sente di dire alle giovani generazioni? 

Primo Levi disse “se comprendere è possibile, conoscere è necessario”, ma io non sono pienamente d’accordo. Anche se è difficile non dobbiamo rinunciare a comprendere ciò che è accaduto. Importante per la storia affinché non accada più. Solo così si può scivolare fuori dalla retorica della memoria. Nelle scuole diciamo di studiare la storia per rendere voi ragazzi più liberi. Per far capire quanto è importante essere consapevole io spesso racconto un sonetto di Trilussa per far capire come avviene il discorso della dittatura. Dal problema dell’indifferenza bisogna continuare a discutere nelle scuole. Si può essere infatti colpevoli non solo commettendo direttamente un crimine ma anche facendo finta di non vedere. 

 

Quale è la domanda alla quale fatica maggiormente a rispondere fra quelle fatte dai ragazzi?

Se sono riuscito a perdonare, per me è una domanda terribile. Nella tradizione ebraica il perdono può avvenire solo se direttamente. Non esiste la possibilità di porgere la guancia di un altro. Il perdono diventa impossibile quindi in caso di omicidio perchè la persona interessata non può più perdonare. Si può parlare di riconciliazione, ma non di perdono.

 

Quali sono le domande più frequenti avanzate dai ragazzi durante gli incontri che in questi anni ha avuto con le scuole?

C’è una domanda che mi ha colpito che mi è stata posta durante uno degli ultimi incontri a Valmontone: l’Italia del dopoguerra ha fatto i conti con il passato? Io ho dovuto rispondere aprendo una pagina estremamente dolorosa. Le leggi razziali hanno escluso la mia famiglia (e quella di tante altre persone ebree) dal lavoro, dalla scuola, dallo sport e dalla vita, ma prima delle leggi razziali c’era chi aveva scritto il Manifesto della razza. Non hanno fatto nulla agli scienziati che avevano scritto quel testo anzi, dopo la guerra, hanno continuato a svolgere la loro professione. Non solo. Nel periodo del fascismo esisteva una commissione interministeriale per la “demo razza” che aveva il compito di controllare l’applicazione delle leggi razziali nei vari Ministeri. Il Presidente della Commissione, antisemita e razzista convinto, era Gaetano Azzariti. Il giudice Azzariti, dopo la guerra, è diventato Presidente della Corte Costituzionale. L’Italia dubito abbia fatto i conti con il fascismo. 

Cosa ne pensa del fatto che la Russia è stata esclusa dalla commemorazione della Giornata della Memoria ad Auschwitz?

Il primo campo di sterminio è stato liberato dai russi, ma la Russia ha invaso l’Ucraina, uno stato sovrano. Purtroppo la storia non ha insegnato nulla in questo caso.