Quando si parla di “rigenerazione urbana” in riferimento a città che hanno vissuto un terremoto, il pensiero va immediatamente ai palazzi da ricostruire e alle mura da rimettere in piedi. L’obiettivo della città abruzzese di Teramo, colpita dal terremoto del 2016, è invece ora quello di rigenerare anche il tessuto urbano e di farlo partendo dall’eco-sostenibilità: la città deve guardare in avanti e dotarsi di impianti per una mobilità verde come le piste ciclabili. In questo quadro rientrano gli interventi che il Comune ha in cantiere per la pista ciclabile della Gammarana. In quello che è considerato un “quartiere dormitorio” della città, su cui il Comune aveva già lavorato con risultati non soddisfacenti.
Il progetto della pista della Gammarana è stato infatti sostenuto dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) , fa parte della programmazione 2007-2013 e ha l’obiettivo di “promuovere la competitività, l'innovazione e l'attrattività delle città e delle reti urbane attraverso la diffusione di servizi avanzati di qualità, il miglioramento della qualità della vita, e il collegamento con le reti materiali e immateriali”. Nell'ambito del progetto A Scuola di OpenCoesione, nell'edizione 2017-2018 il team “Gammabike” del liceo scientifico Melchiorre Delfico di Teramo si è impegnato in azioni di monitoraggio civico sul progetto, evidenziando le potenzialità senza nasconderne le profonde criticità: “La pista è decisamente diversa da come l’avevamo immaginata pensando ad un «Percorso vita» e ad una «Greenway»: nessuna traccia di verde e pericoli continui per chi l’attraversa […]. Dal nostro punto di vista l’amministrazione avrebbe potuto prendere in considerazione l’idea di utilizzare altri spazi adiacenti per realizzare un vero percorso verde ed ecofriendly” ha scritto la classe nel suo report. Oggi, a quattro anni di distanza dai rilievi degli studenti, la pista è praticabile ma versa in condizioni di trascuratezza e semi abbandono. L’attuale assessore con delega alla sostenibilità del Comune di Teramo Maurizio Verna, però, ci racconta il progetto in cantiere grazie ai fondi PNRR: “Abbiamo un finanziamento reale di 3 milioni e 182 mila euro con l’obiettivo di unire le sedi universitarie alle stazioni ferroviarie attraverso la pista della Gammarana. Questo percorso andrà dal centro città a San Nicolò, la frazione più grande di Teramo. Faremo questa pista ciclabile riprendendo quella esistente e sistemandola”.
Attualmente, gli spostamenti degli studenti universitari sono una delle maggiori criticità per Teramo: l’università è fuori dal centro e mal collegata ma per rigenerarsi è necessario riconnettere il tessuto partendo proprio da un centro simbolico e culturale come gli atenei. In questo senso la pista della Gammarana è uno snodo cruciale. I fondi FESR non sono stati sufficienti per rimetterla pienamente in vita, ma la linea è tracciata. I fondi stanziati ora dal PNRR sono 10 volte di più e l’obiettivo è quello di rendere Teramo una città ciclabile. Qualcosa in questa direzione si sta muovendo: la FIAB, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, lo scorso ottobre ha consegnato la bandiera che attesta e riconosce le iniziative della città a favore della mobilità in bicicletta. Di recente è anche stato approvato un Piano della ciclabilità della Provincia realizzato dal Servizio urbanistica e pianificazione territoriale e la Provincia di Teramo, con lo studio sulle ciclovie, ha vinto il primo premio – sezione studi e progetti - del Go slow il più autorevole riconoscimento per le buone pratiche di mobilità nell’ambito del turismo sostenibile.
La Gammarana aspetta il suo turno: una città come Teramo non può dimenticarsi le università. Alcuni degli studenti del progetto Gammabike ora saranno diventati universitari. Chissà quante volte, facendo il tragitto fino alla stazione, avranno ripensato alla loro inchiesta. Forse adesso è arrivato il momento di “realizzare un vero percorso verde ed ecofriendly”.