“La cultura nel nostro paese è ancora maschilista”. A parlarne, ai microfoni di Zai.Time, la trasmissione che pone al centro gli studenti dei licei di tutta Italia, Anna Bianchi, responsabile della comunicazione di Terre des Hommes Italia, associazione no profit a favore dei diritti dell’infanzia.
A lanciare l’allarme la Fondazione che si batte da più di 60 anni per la tutela dei bambini e adolescenti di tutto il mondo. L’associazione ha diffuso il dossier “#indifesa”, un rapporto annuale che fotografa la condizione delle bambine e delle ragazze sul piano dei diritti umani nel mondo, che viene pubblicato in occasione della giornata internazionale delle bambine e delle ragazze.
Nel corso della puntata è stato analizzato il report che riporta i dati relativi alle violazioni di diritti nei confronti delle bambine e delle ragazze in Italia.
La portavoce dell’associazione ha infatti dichiarato: “Purtroppo i dati che riporta il dossier parlano ancora di discriminazione in Italia. Su oltre 6mila vittime di reati, il 64% è di genere femminile e la percentuale aumenta fino al 88% quando si parla di reati a sfondi sessuale”.
Disparità nelle facoltà
Il rapporto si concentra anche sulle discriminazioni ancora purtroppo presenti nell’ ambito dell’istruzione e nell’accesso al lavoro. Bianchi sulla disparità di formazione ha infatti commentato: “I dati ci dicono che l’Italia è fanalino di coda per il fenomeno dei NEET (giovani non occupati e non inseriti in percorsi di formazione o istruzione). In questa purtroppo significativa quota le ragazze rappresentano il 23%. Un settore in cui si registra ancora una disparità di genere molto forte è l’ambito delle discipline scientifiche (es. tecnologia e ingegneria) che vedono una ridotta presenza di ragazze. In queste facoltà, infatti, fra gli iscritti solo il 20% è composto da ragazze contro il 40% rappresentato dalla quota maschile”.
Discriminazioni che si traducono anche in una successiva discriminazione salariale: i ragazzi occupano posizioni lavorative maggiormente retribuite rispetto alle ragazze. “Anche quando le ragazze sono laureate in queste discipline si registra un gap negativo salariale: a parità di ruolo gli uomini appena entrati nel mondo del lavoro guadagnano di più delle donne appena entrate”.
Leggeri progressi
La nota positiva, segnalata da Terre des Hommes, è che alcuni progressi ci sono stati negli ultimi anni, per scongiurare le discriminazioni di genere. “Sono tante le ragazze che in Italia prendono in mano questo impegno e diventano attiviste per i diritti delle donne e questo è un segnale di speranza”.
L’obiettivo è quello di mantenere quella speranza di superare gli ostacoli e le discriminazioni ancora presenti e lavorare, in sinergia, con il mondo politico e sociale per garantire a tutte le ragazze pari diritti e dignità, anche e soprattutto nel campo della formazione e nel successivo inserimento nel mondo del lavoro.
Obiettivo portato avanti da Terre des Hommes e dal nostro laboratorio giornalistico di Zai.net.