Preoccupati e disillusi riguardo al futuro e consapevoli che il Covid ha in parte compromesso irreversibilmente la loro formazione scolastica. Molto meno propensi, rispetto al recente passato, a intraprendere gli studi universitari. Mangioni e sedentari, insoddisfatti del proprio aspetto fisico e in balia di una estetica dettata da influencer e fashion blogger. Sempre più “connessi” e con un lento ma costante peggioramento dei rapporti in famiglia e con il gruppo dei pari. Il desiderio diffuso, fortemente accresciuto rispetto al passato, tanto da aver quasi il sapore di “voglia di fuga”, è quello di viaggiare.
È questo lo spaccato che emerge dall’edizione 2022 dell’indagine nazionale sugli stili di vita degli adolescenti che vivono in Italia, realizzata annualmente dalla associazione no-profit Laboratorio Adolescenza e dall’Istituto di ricerca IARD su un campione nazionale rappresentativo di 5.600 studenti della fascia di età 13-19 anni.
Dopo l’anno del Covid – afferma Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio Adolescenza – avevamo dato all’indagine di quest’anno il titolo “Adolescenza tra speranze e timori”, ma purtroppo, dati alla mano, i timori sembrano essere molto maggiori delle speranze. Passare dalla Dad alla guerra, senza soluzione di continuità, ha reso gli adolescenti, già duramente colpiti a livello psicologico dalla pandemia, ancora più fragili e timorosi. Un dato su tutti che descrive impietosamente la situazione: in un’età che dovrebbe essere tutta protesa verso il futuro, in cui a farla da padrone dovrebbero essere i sogni e le utopie, in cui si dovrebbe essere ottimisti quasi “per statuto”, gli adolescenti sono “incerti” o “preoccupati”.
Il rapporto col proprio fisico
Il 58% degli adolescenti (69,4% delle femmine) sostiene che nei due anni di pandemia ha mangiato in modo inappropriato (troppo, troppo poco, in modo sregolato…) e il 37% lamenta di essere aumentato di peso. È certamente vero che l'insoddisfazione per il proprio corpo è una costante sempre esistita negli adolescenti, ma i dati di IARD mostrano un chiaro peggioramento dopo la pandemia. L'opinione dei pari è molto importante, ma ad influenzare il rapporto con il proprio fisico, e quindi anche con il cibo, risulta importantissimo il ruolo di influencer, fashion blogger, moda e pubblicità. Vale per la maggioranza dei ragazzi e per quasi 8 ragazze su 10.
Adolescenza sedentaria
L’insoddisfacente percezione del proprio aspetto fisico è certamente aggravata dalla sedentarietà diffusa. Infatti, durante la pandemia, moltissimi giovani hanno smesso di praticare attività sportiva, forse spinti dalle restrizioni e dall'impossibilità di rendere lo sport un momento sociale come invece lo è sempre stato. Un dato allarmante, in crescita soprattutto tra le ragazze, come confermato dal pediatra Gianni Bona, per cui praticare attività fisico-sportiva è necessario per garantire un corretto sviluppo fisico, psicologico e sociale.
Scuola e Università
Dall’indagine sono emerse interessanti valutazioni degli studenti circa gli effetti negativi prodotti dagli anni-Covid sulla preparazione complessiva e sul rendimento scolastico. Riguardo alla preparazione, solo il 30% afferma che gli effetti prodotti sono stati pochi o addirittura nessuno, mentre per il 70% la formazione è stata penalizzata abbastanza o molto. Ad aver notato maggiormente ripercussioni sulle proprie conoscenze acquisite sono stati gli studenti delle scuole superiori. Preoccupa il dato relativo alla scelta di non continuare gli studi all'università: se prima della pandemia solo il 22% degli studenti si vedeva già lavoratore, oggi più del 30% decide di non iscriversi ad alcun ateneo; percentuale che sale al 40% se si contano esclusivamente i maschi. Secondo il rettore dell'Università di Bologna Ivano Dionigi ciò dipende da una sfiducia per il futuro - alimentata dalla pandemia - e nei confronti degli adulti. A ciò si aggiunge la difficoltà di trovare un impiego dopo la laurea e il costo elevato dell'esperienza universitaria, che spesso diventa un fardello per le famiglie.
Il viaggio
Dalla ricerca emerge che viaggiare sembra essere un'attività quasi "centrale" nelle vite dei giovani italiani. “In una fascia di età dove crescono la curiosità, la voglia di scoprire sé stessi e gli altri, il desiderio di sperimentare, la ricerca di una maggiore autonomia dal contesto famigliare – sottolinea Andrea Franzoi, Segretario generale dell’Associazione Intercultura –, il fatto di essere rimasti per lunghi periodi chiusi in casa con i genitori, aver frequentato la scuola online, non aver avuto nessuno spazio di socialità reale, li ha molto penalizzati. Non è un caso che, evidente reazione al disagio vissuto, nel 2021 Intercultura abbia registrato il numero più alto di iscritti”.
Rapporti sociali e familiari
Il rapporto degli adolescenti con i genitori e con gli amici resta sostanzialmente buono. Una larga maggioranza considera la vita in famiglia piacevole o tranquilla, e i rapporti con gli amici ottimi o soddisfacenti. Ma, proprio per non trovarsi sempre impreparati quando le cose smettono di funzionare, è importante porre attenzione a qualche campanello di allarme. Infatti, il numero di coloro che trovano insoddisfacenti o difficili i rapporti con la famiglia e gli amici è in costante aumento, soprattutto tra le ragazze.
Covid & Guerra
Se gli adolescenti ancora faticano a ritrovare la serenità perduta a causa del Covid, lo scoppio della guerra in Ucraina ha ulteriormente minato il loro senso di fiducia verso il futuro. La preoccupazione degli adolescenti risulta elevatissima (percentuali che oscillano tra l’80 e il 90%) per la maggior parte delle possibili conseguenze dirette e indirette che possono derivare dal conflitto. Come se non bastasse, quasi 8 adolescenti su 10 hanno paura dell'intervento italiano in un'eventuale terza guerra mondiale.