Terre dimenticate
Le altre guerre: la guerra in Ucraina è solo l’ultima in ordine di tempo a lacerare un Paese, ma il nostro pianeta è ancora “infettato” da molteplici conflitti aperti che continuano a uccidere e affamare milioni di persone, e di cui si parla troppo poco.
Wissal Daraoui | 3 maggio 2022

La guerra in Ucraina è solo l’ultima in ordine di tempo a lacerare un Paese, e probabilmente quella che ci tocca di più, perché coinvolge profondamente l’Occidente. Tuttavia, il nostro pianeta è ancora “infettato” da molteplici conflitti aperti che continuano a uccidere e affamare milioni di persone, e di cui nessuno purtroppo parla.
 

Conflitto Israelo-Palestinese

Infatti, prima tra tutte è la guerra che vede due popoli in lotta per la stessa terra: un lembo minuscolo del Vicino Oriente, la Palestina.
Le origini dell’attuale conflitto sono radicate nei giusti sensi di colpa dell’Europa (e non soltanto) per il suo antisemitismo e per l’Olocausto, portando di conseguenza l’Onu (con il voto favorevole di 33 nazioni e quello contrario di 13, tra cui gli Stati arabi) a decidere la spartizione della Palestina in due Stati (uno arabo e uno ebraico).

E anche se secondo la IV Convenzione di Ginevra, “la potenza occupante non potrà mai procedere alla deportazione o al trasferimento di una parte della propria popolazione civile sul territorio da essa occupato”, i Palestinesi, a causa della brutale violenza degli Israeliani, sono continuamente cacciati e costretti a scappare dalla loro terra, mentre circa 430mila ebrei vivono in 132 stanziamenti riconosciuti ufficialmente e in 121 avamposti non autorizzati. 

Guerra civile dello Yemen

Altro Paese lacerato anch’esso dalla guerra è lo Yemen, Stato all'estremità meridionale della Penisola araba. 
Il 2021 e il 2022 si prospettano già come i due anni più cruciali tra i sette già trascorsi per la risoluzione del conflitto in Yemen definendo, almeno nel Sud del Paese, un riequilibrio di un corpo militare sul terreno e di rappresentanze politiche. Il quadro generale sembra dunque propendere per una futura e breve risoluzione del conflitto sul 2022 con una probabile risuddivisione dello Yemen in Nord e Sud e una ipotesi di federazione sul lungo periodo. 

Lo Yemen paga, tra le ragioni del conflitto, la sua posizione profondamente strategica a gomito tra l’Oceano Indiano e il passaggio dei carichi di idrocarburi dallo Stretto di Hormutz al Canale di Suez. Un bottino assai stuzzicante per tutte le potenze regionali e internazionali che negli anni hanno posizionato le loro basi navali sulla sponda opposta, in particolare a Gibuti, dando il via al conflitto per l’egemonia. 


Le guerre nel continente africano

Purtroppo, la Palestina e lo Yemen non sono gli unici Paesi stremati dai continui conflitti.
Infatti, il Niger, nel 2020 il Paese con il più basso indice di sviluppo umano, continua a essere intensamente dilaniato da attentati terroristici in molte delle sue zone, soprattutto di confine. Assieme a questo, anche il Sahara occidentale, la Libia, il Ciad, il Sudan, la Nigeria, il Camerun, la Repubblicana centrafricana, la Somalia, il Mozambico e la Repubblica democratica del congo sono altre terre dell’Africa dilaniate dalla guerra.

Purtroppo, nessun intervento umanitario è stato possibile nelle aree colpite, e le autorità non si sono particolarmente interessate. Anzi, rimangono proprio in silenzio, nonostante l’ambasciatore cinese Liu Jieyi, il presidente del Consiglio di sicurezza cinese, abbia dichiarato che gli esponenti silenziosi del consiglio “capiscono la gravità della situazione” e sostengono “una soluzione politica come l’unica via per mettere fine ai conflitti”. 

D’altra parte, le Nazioni Unite sono riuscite a raccogliere appena il 43% dei 6,2 miliardi di dollari necessari per combattere la fame e la guerra in questi Paesi. Gli Stati Uniti, a questo proposito, hanno versato 1,9 miliardi di dollari, una minima parte della cifra che paradossalmente l’industria degli armamenti americana guadagna vendendo armi all’Arabia Saudita, rifornendola mentre tormenta lo Yemen e affama il suo popolo. In altre parole gli Stati Uniti alimentano un conflitto che ha provocato crimini di guerra, divenendo indirettamente responsabili per questa enorme devastazione.

E noi non dobbiamo stare in silenzio di fronte a questi crimini, soprattutto se chi dovrebbe mediare per trovare una soluzione pacifica sta in silenzio.