Ad oggi in Giappone, oltre un milione di persone di età compresa tra i 15 e i 60 anni, sono colpite dal fenomeno dell'hikikomori, interpretato come un rifiuto verso il sistema socio-culturale giapponese. I locali percepiscono questo fenomeno come una ribellione degli adolescenti giapponesi verso la propria cultura, bloccando ogni possibilità di avere un contatto verso l’esterno. Gli hikikomori (termine giapponese che significa “stare in disparte”) sono adolescenti o adulti che si chiudono volontariamente nella propria stanza, allontanandosi dal resto del mondo, tagliando qualunque rapporto. Si tratta di una patologia diagnosticabile in persone che hanno trascorso almeno sei mesi in una condizione di isolamento, ritiro dalla società. Dunque, il periodo può variare da alcuni mesi fino a diversi anni.
Purtroppo il fenomeno si è diffuso anche in Italia: sono gli stessi psicologi a lanciarne l’allarme, con casi in aumento anche in Europa, principalmente in Francia e in Italia.
Cause, sintomi e cure
I sintomi più comuni di questa patologia sono il ritiro sociale e scolastico, l'apatia, tentativi di suicidio, la depressione, l'antropofobia, l'agitazione e il comportamento regressivo, sintomi ossessivi e compulsivi, le manie di persecuzione e l'insonnia. Le cause, invece, possono essere caratteriali - nei casi di persone particolarmente sensibili e incapaci di instaurare relazioni durature - scolastiche - magari a causa del bullismo - o sociali - dovute alle pressioni di realizzazione sociale.
In realtà non esiste una terapia per trattare i soggetti hikikomori, ma alcuni studi fanno riferimento all’utilizzo di antidepressivi, sebbene solo nei casi in cui si presentino problemi psicologici o psichiatrici, come ad esempio l'ansia e il disturbo ossessivo-compulsivo.