La Carovana per la Pace parte dall’Italia per arrivare a Leopoli a un mese dall’inizio del conflitto in Ucraina. 50 mezzi tra camper, minibus e pulmini carichi di beni di prima necessità e pronti a trovare una casa a chi in questo momento, la casa, è stato costretto ad abbandonarla. Ci siamo collegati con il camper di Arci Solidarietà durante il primo giorno di viaggio e abbiamo parlato con Mariangela De Blasi per farci raccontare la loro iniziativa.
Come mai avete deciso di aderire alla carovana?
L’idea nasce da un gruppo di associazioni del mondo laico tra cui Arci e del mondo cattolico. Siamo in contatto con alcune realtà che stanno operando in Ucraina e da parte nostra c’è un’esigenza molto forte di pace. Noi, in quanto espressione dell’associazionismo, abbiamo sentito l’esigenza di testimoniare questo bisogno diffuso di pace tra le persone comuni. È una carovana che conta su aiuti umanitari: abbiamo raccolto beni alimentari, medicinali, tutto materiale necessario. Un contatto dalle persone con le persone.
Quali sono i vostri obiettivi?
Siamo una carovana di 50 mezzi e circa 200 persone e vogliamo essere una testimonianza di vita, pace e comunanza con le persone. Siamo vicini anche ai russi che stanno manifestando e a tutti quelli che credono nel valore della convivenza pacifica. Vogliamo arrivare fino a Leopoli con l’obiettivo di portare indietro persone. Ce ne sono già 200 che sono in attesa della nostra carovana, tra cui bambini anche oncologici. Stiamo lavorando con il Comune di Roma per allargare la nostra accoglienza diffusa anche ai rifugiati ucraini.
Cosa possiamo fare noi?
È fondamentale restare umani anche in situazioni estreme come la guerra. Questo si può fare in tanti modi, anche semplicemente parlandone come state facendo voi ragazzi di Zai.net. è fondamentale chiedersi, informarsi, capire.