A causa della pandemia, adolescenti e adulti hanno richiesto sempre più sostegno psicologico ma, nonostante tutto, la situazione viene ancora sottovalutata. Ma quanto effettivamente la pandemia ha avuto impatto su di noi? Com'è cambiata la salute mentale delle persone in questo periodo? Chiediamolo alla Dott.ssa Iolanda Santalucia, psicologa presso la mia scuola, il Liceo Linguistico Parini di Lissone.
Dottoressa, le sembra che la situazione dopo il Covid sia cambiata? Se sì, in meglio o in peggio?
Sicuramente c’è stato un cambiamento profondo in tutti gli aspetti della nostra vita, sia in quella privata che in quella sociale, ed ancora oggi fatichiamo ad abituarci a questo nuovo modo di vivere. Effettivamente, in questo momento sembra che ognuno di noi stia riscoprendo parti di sé che si erano un po’ addormentate col tempo a causa della mancanza di relazioni sociali ed in generale di quella che chiamavamo normalità. In molte persone si presentano diverse difficoltà nell’adattarsi al nuovo stile di vita, in particolare noto come molti stiano vivendo situazioni quotidiane come scuola, lavoro e vita sociale con ansia, paura e preoccupazione.
Quali sono i problemi che si presentano maggiormente negli adolescenti in seguito a questo periodo? E negli adulti?
Senza dubbio, la pandemia ha influito molto nella sofferenza degli adolescenti, ma anche di bambini e adulti. In particolare, i ragazzi palesano sempre più apatia e senso di solitudine e non mostrano più la fatica e la sofferenza di crescere attraverso comportamenti trasgressivi, piuttosto manifestano questo disagio attraverso il corpo che diventa il megafono per il proprio dolore. Inoltre, col tempo hanno perso la voglia di studiare, hanno cambiato il modo di stare a scuola e sono sempre più vicini alla tecnologia. Infatti, parliamo di adolescenti cresciuti con internet, in una società profondamente narcisista ed individualista, dove si inseguono ideali di successo e popolarità che non sono raggiungibili da tutti. Per questi motivi, gli adulti sono chiamati, oggi più di prima, ad aiutare e sostenere gli adolescenti in quelli che sono i loro compiti evolutivi. Oltre allo stress derivato dalle responsabilità che gli adulti si devono assumere nei confronti dei loro figli, anche loro mostrano disagio nell’adattarsi a questo nuovo stile di vita, nelle relazioni sociali e sul lavoro. D’altronde, per lungo tempo ci è stato chiesto di cambiare completamente la nostra vita ed oggi risulta difficile lasciare ciò che per due anni sono state le nostre abitudini ed il nostro modo di fare, ma sarebbe pericoloso non farlo.
Secondo lei, dopo il Covid, il numero di ragazzi che richiede assistenza psicologica è aumentato?
Onestamente, non saprei come sarebbe potuto andare se non ci fosse stata questa pandemia, ma posso dire con certezza che questa situazione ha portato le persone a rivalutare la figura dello psicologo come operatore sanitario, necessario per mantenere una stabilità mentale oltre che fisica, ma allo stesso tempo era già in atto un cambiamento verso quella direzione. Possiamo notare comunque come effettivamente il Covid abbia aumentato il bisogno e la richiesta di aiuto. da parte di tutti, tant'è che gli psicologi, oltre ad infermieri e medici, sono stati tra gli operatori che hanno lavorato di più durante la pandemia.
Allora perché ci sono ancora ragazzi che non hanno coraggio oppure non vogliono chiedere aiuto?
Nella maggior parte dei casi, si tratta di adolescenti che hanno genitori che faticano a chiedere aiuto, Infatti, negli ultimi tempi vedo sempre più spesso ragazzi che vorrebbero aprirsi ma trovano nei genitori un divieto. Per fortuna oggi questi casi sono sempre meno, ma ci sono.
Infine, cosa pensa del Bonus Psicologo? Pensa sia utile?
Penso sia assolutamente la rivoluzione copernicana! Finalmente, stiamo procedendo lentamente verso la normalizzazione dell’idea di assistenza psicologica. Quello del bonus psicologo è sicuramente un primo riconoscimento istituzionale che va a favore sia degli operatori del settore che dell’utente e, insieme alla scelta di inserire gli psicologi in tutte le scuole, rappresenta un passo molto importante. Nonostante ciò, penso ci voglia di più per eliminare tutti i tabù che ancora esistono, ad esempio, penso sia necessario che esistano degli psicologi di base sempre al servizio degli utenti per normalizzare definitivamente la figura dello psicologo.