Lo scorso anno, per la prima volta, è stato possibile firmare online le proposte di referendum, e non è da escludere che sia stato proprio questo metodo ad avvicinare un grande numero di sostenitori, soprattutto tra i più giovani. È possibile che sulla scia del successo delle campagne per eutanasia e cannabis legale vi sia una rinascita, o un "boom", dei referendum?
I pro...
La possibilità di firmare online è al passo coi tempi, e viene incontro soprattutto ai giovani che utilizzano questo medium per informarsi e interagire con l'opinione pubblica. È necessario smettere di demonizzare internet, e legittimarlo difronte alla grande importanza che sta acquisendo nelle vite di tutti noi. La facilità con cui il numero di firme necessario è raggiungibile online, potrebbe spingere comitati e cittadini a presentare sempre più proposte di leggi, riavvicinando quindi una popolazione ormai da anni restia a partecipare alla vita politica del paese.
...e i contro
Ma proprio questa "facilità d'accesso" potrebbe decretare una delegittimazione del mezzo del referendum. Finora, le proposte che hanno passato lo scoglio delle firme sono state quelle più rilevanti: giustizia, aborto, energia nucleare. C'è il rischio che un uso più ricorrente del referendum — anche per tematiche "minori" — faccia precipitare l'importanza percepita per il voto. I quesiti relativi a questioni "meno centrali" hanno sempre smosso meno elettori alle urne, spesso non raggiungendo il quorum del 50% + 1 di affluenza necessario per validare il risultato. Non solo: se esprimersi sul futuro del paese diventa facile quanto fare un clic, c'è il rischio che il tutto sia valutato superficialmente, soprattutto in un'epoca di grande disinformazione.
L'Italia è una repubblica parlamentare, e la proposta di legge popolare dovrebbe essere uno strumento straordinario per colmare la presunta "differenza di vedute" tra rappresentanti e cittadini. Tuttavia, per rispettare gli equilibri della Costituzione, è probabilmente fondamentale che il luogo del potere decisionale resti, nel bene e nel male, l'aula del Parlamento.