Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e simbolo dell'unità nazionale. Sebbene in diversi paesi - come negli Stati Uniti e in Francia - questa figura occupi il centro del panorama politico, in Italia si tratta di un ruolo dai poteri limitati e cerimoniali.
Il Presidente della Repubblica viene eletto ogni sette anni, con la possibilità di essere rieletto per un secondo mandato; prospettiva finora accettata solamente da Giorgio Napolitano nel 2013, che però non portò a termine il secondo settennato, dimettendosi nel 2015. Ad eleggere il Capo dello Stato non sono i cittadini, ma deputati, senatori e delegati delle Regioni in seduta comune.
La Costituzione attribuisce al Presidente della Repubblica cinque categorie di mansioni. A livello della rappresentanza esterna, spetta a lui o lei ratificare i trattati internazionali (ma sempre dopo l'autorizzazione del Parlamento) e dichiarare lo stato di guerra. Per quanto riguarda il Parlamento, il Capo dello Stato può nominare cinque senatori a vita - tra le persone che si sono distinte per meriti politici, sociali o scientifici -, inviare messaggi alle Camere (ed eventualmente convocarle in via straordinaria) e sciogliere il Parlamento qualora non ci sia più una maggioranza che assicuri un governo stabile, fissando quindi nuove elezioni. Il Presidente della Repubblica ha un ruolo importante nella nomina del governo: spetta a lui o lei affidare l'incarico al nuovo Presidente del Consiglio, sempre tenendo conto degli equilibri presenti in Parlamento. Non solo: è presidenziale anche il privilegio di presiedere il Consiglio Supremo di Difesa e detenere il titolo di Comandante in Capo delle Forze Armate. A livello legislativo, il Capo dello Stato promulga le leggi approvate dal Parlamento (o le rinvia alle Camere se ritenute "imperfette"), emana i decreti legge, i decreti legislativi e i regolamenti. È sempre la sua firma a indire i referendum. Infine, il Presidente della Repubblica esercita poteri anche nel settore giudiziario: presiede infatti il Consiglio Superiore della Magistratura, nomina un terzo dei membri della Corte Costituzionale (gli altri sono eletti dal Parlamento e dalle alte corti), può concedere la grazia e convertire le pene.
Da un punto di vista cerimoniale, il Capo dello Stato accredita e riceve i diplomatici esteri e i leader internazionali e conferisce le onorificenze della Repubblica. Nel caso in cui il Presidente della Repubblica non rispettasse la Costituzione o si macchiasse di crimini particolari, è previsto dalla legge l'iter di stato d'accusa, (anche detto impeachment): il processo deve essere approvato almeno dalla metà dei parlamentari, ma poi a giudicare la colpevolezza o meno sarà la Corte Costituzionale, integrata per l'occasione di sedici membri esterni.
I poteri del Presidente della Repubblica Italiana vengono definiti "a fisarmonica", facendo riferimento al fatto che si ampliano o diminuiscono in base alle necessità. In momenti di particolare crisi politica, lui o lei può infatti giocare un ruolo più incisivo nella scelta del premier, imponendo nomi di alto profilo proprio come quello di Mario Draghi.