Caro Futuro Presidente della Repubblica, Le scrivo a nome della mia generazione per farle alcune richieste per il suo nuovo mandato. Non sono pretese superficiali o di poca importanza, su questo possiamo rassicurarla. Vorremmo un Presidente che sia consapevole, che ci stia vicino e ci capisca quando i problemi diventano più grandi di noi, che non abbia paura di cambiare qualcosa che non funziona né di attivarsi per far sì che succeda.
Ma partiamo dall’inizio, tutto nasce da una brutta sensazione che ci portiamo dietro: la paura. Sì, proprio noi, nel fiore dei nostri anni, pieni di energie e di vita, con tanta voglia di fare e di realizzarci abbiamo paura del futuro e per un motivo molto semplice: non sempre, un futuro, riusciamo a vederlo. Come già immaginerà, al centro del nostro timore c’è il cambiamento climatico. Nel nostro piccolo proviamo ad attivarci per cambiare le cose, con piccoli gesti quotidiani, ma ci rendiamo conto che da soli non possiamo farcela, il nostro impegno non basta ed è per questo che chiediamo aiuto a chi davvero può fare una concreta differenza. Il cambiamento climatico è una crisi che affligge il nostro Pianeta da così tanto tempo che abbiamo quasi dimenticato quando è realmente iniziato tutto. Vorremmo che i nostri figli, i nostri nipoti, abbiano la possibilità di crescere sani, in salute o, semplicemente, di crescere, così come è stato permesso a noi.
Le chiediamo di sollecitare le grandi potenze del mondo, di parlare ai capi di Stato europei per far sì che si attivino, ma che lo facciano davvero, di abbandonare soluzioni già sperimentate e che hanno dato, purtroppo, un esito negativo; le chiediamo semplicemente di parlarne, tanto e ovunque, il più possibile così da sensibilizzare chi ancora vede lontano tutto questo perché lontano non è affatto. Si potrebbe, ad esempio, inserire un riferimento al problema anche all’interno della Costituzione con un principio di sviluppo sostenibile o creare un ente che approfondisca gli studi sul futuro così da essere più pronti sul tema. L’obiettivo finale, che speriamo davvero di raggiungere, è quello di andare verso un mondo sostenibile e, se non chiediamo troppo, un mondo che metta la salute di tutti, inclusa quella del Pianeta, prima del denaro e del profitto.
Detto questo, ci permettiamo di avanzare un’altra richiesta. Siamo nel ventunesimo secolo e conosciamo perfettamente il potenziale femminile nella nostra società, per questo ci auguriamo davvero che a leggere questa lettera sarà una donna. Crediamo nella parità di genere e un Presidente donna, in Italia, non c’è mai stato. Perché negare questa opportunità a una categoria che ha già largamente dimostrato ciò di cui è capace seppur non fosse neanche suo dovere farlo? A noi riesce estremamente difficile capire da dove nasce questo limite che abbiamo dimostrato di avere e vorremmo che ci aiutasse. Gli ostacoli delle donne, come saprà, non si limitano solo alle difficoltà di raggiungimento di cariche alte, si può tranquillamente parlare di cose molto più vicine alla vita di tutti i giorni come uno stipendio. È vero, qualcosa è stato fatto; alla Camera è già stata approvata una legge sulla parità salariale ma sa, Presidente, questo non sempre viene rispettato, anzi, non è così nella maggior parte dei casi.
Troppo spesso donne al pari, in termini di competenze, agli uomini vengono sottopagate rispetto ai loro colleghi, per questo vorremmo un controllo più assiduo su chi non rispetta la legge, come è giusto che sia. Vorremmo la fine delle ingiustizie che non prendono di mira solo le donne ma anche altre minoranze come gli appartenenti alla comunità LGBTQ+ che, per strada, vengono massacrati con la sola colpa di tenersi per mano. Su questo abbiamo tanto da lavorare, siamo così indietro rispetto al resto del mondo e non solo a livello di leggi ma tutto parte, purtroppo, dal pensiero delle persone.
Le chiediamo di spronare chi di dovere ad aiutarci a fare informazione, anche a scuola, aiutarci a conoscere, ad aprire le menti di chi non ne vuol sapere niente. La paura di ciò che consideriamo “diverso” c’è sempre stata ma la diversità va presa per mano, va accolta ed è per questo che va prima conosciuta così da abbattere ogni pregiudizio dato dall’ignoranza.
Come sarà convinto anche lei, il nostro è un Paese meraviglioso ma niente mantiene il suo splendore senza il giusto sostegno ed è questo, in fin dei conti, quello che le chiediamo: sostegno. Potremo contare su di lei?