CNG, un progetto per investire
Parliamo di fondi europei con Maria Cristina Pisani, presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani
Alex Lung | 13 novembre 2021

Il Consiglio Nazionale dei Giovani è l’organo consultivo cui è demandata la rappresentanza dei giovani nella interlocuzione con le Istituzioni per ogni confronto sulle politiche che riguardano il mondo giovanile. Abbiamo parlato di PNRR con la presidente Maria Cristina Rosaria Pisani.

 

Il PNRR rappresenta un’occasione per i giovani, ma non può essere un punto d’arrivo. Cosa dovrebbe fare il governo per assicurare un futuro prospero a noi, che siamo tra i più colpiti dalla crisi post-pandemica?

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza contiene diverse misure per i giovani e lo stanziamento di risorse per le nuove generazioni è aumentato, passando dal 2 a circa l’8%. Molte delle nostre proposte hanno trovato spazio all’interno del PNRR, tra cui: il bonus abitazioni per i giovani under 35, il potenziamento del Servizio Civile Universale, 1,5 miliardi per lo sviluppo di network scuola-università-centri di ricerca-aziende, un nuovo sistema occupazionale e imprenditoriale, e lo stanziamento di 600 milioni di euro a favore del Sistema Duale che consente di promuovere l’occupazione giovanile e di acquisire nuove competenze tecniche e trasversali, in un’ottica di matching tra istruzione, formazione e lavoro. Sicuramente, tali misure rappresentano un primo passo fondamentale al quale, in assenza di un Pilastro dedicato ai giovani, ha fatto seguito, su nostra richiesta, l’istituzione da parte del Ministro Dadone del Comitato per la Valutazione dell’Impatto Generazionale delle politiche pubbliche, un risultato importante di cui siamo orgogliosi, perché in questo modo i giovani sono messi al centro dell’agenda politica nazionale. Il Governo, infatti, dovrebbe far corrispondere ad alcuni interventi, in particolare quelli relativi all'occupazione e alla formazione, non soltanto indicatori legati al PIL ma anche quelli relativi al numero di NEET, al tasso di disoccupazione giovanile e al tasso di abbandono scolastico. Il Cng chiede inoltre l’allocazione di incentivi per l’autoimprenditorialità giovanile e la riforma dei Servizi pubblici per l’impiego, innalzando i livelli di competenze degli operatori e assumendo figure specialistiche.

 

Ben 30 miliardi di euro sono stati allocati per potenziare il sistema di istruzione italiano. Cosa i giovani vorrebbero migliorare della loro esperienza scolastica?

Innanzitutto è positivo che siano stanziati 1,5 miliardi per creare network tra sistemi educativi, aziende, università, centri di ricerca, in modo da creare hub in cui fare incontrare fisicamente giovani e aziende. Altra novità importante è la certificazione delle competenze che i giovani acquisiscono al di fuori dell’azienda, per esempio con il servizio civile o attività di volontariato. C’è molto da fare, anche sul potenziamento delle infrastrutture digitali scolastiche, degli interventi a sostegno dell’imprenditorialità innovativa e dei percorsi di supporto dei giovani disabili e di quelli provenienti da aree svantaggiate. Inoltre, proprio per approfondire le potenzialità degli attuali sistemi e modelli formativi, una nostra indagine svolta per evidenziare e qualificare la differenza tra domanda e offerta di lavoro coerente e rispondente ai fabbisogni delle imprese, non solo quelli espressi nei settori di interesse, ma anche quelli tuttora inespressi, ci ha consentito di cogliere gli elementi di innovazione tecnologica già evidenti nel processo di transizione ecologica e digitale, per declinare adeguatamente le figure da formare e le competenze da acquisire “spendibili” nel futuro mercato del lavoro. Un obiettivo che non può non passare da una presa di coscienza dell’attuale offerta formativa e del capitale umano rappresentato dai giovani.


Oltre il 10% dei fondi erogati all’Italia verranno investiti in politiche per il lavoro e per la protezione sociale, due versanti su cui i giovani sono sempre svantaggiati. Qualcosa cambierà davvero?

No, se non si guarderà davvero alle esigenze dei nostri giovani. Come Cng chiediamo innanzitutto una pensione di garanzia per i giovani. La sostenibilità sociale di un sistema previdenziale a scambio generazionale non può voltare le spalle a chi assicura ed assicurerà la sostenibilità economica del sistema. Le prospettive di sicurezza sociale costituiscono un elemento prezioso per accompagnare i progetti di vita e i sogni dei nostri ragazzi che non possono e non vogliono esser più scoraggiati da un sistema che li vede sconfitti in partenza. Come Consiglio Nazionale dei Giovani continueremo a insistere con il Governo per riaprire i tavoli di confronto sulla Pensione di Garanzia per i giovani e/o su tutti gli strumenti utili a garantire a tutte le nuove generazioni un futuro pensionistico dignitoso. C’è bisogno di una maggiore sostenibilità sociale nel nostro Paese, a favore di quei giovani che hanno tutto il diritto di ricevere, in futuro, un assegno pensionistico dignitoso. Per questo, lo Stato dovrebbe coprire a sue spese, con i contribuiti figurativi, tutti i periodi di formazione, corsi, laurea, stage e tirocini anche le attività di volontariato. Bisogna inoltre coprire i periodi di scarsa attività lavorativa dovuti alla crisi economica (un terzo degli under 35 vive, da questo punto di vista, in una situazione di discontinuità) di cui non si possono certo fare carico i nostri giovani.


Secondo lei il PNRR si concentra sufficientemente su programmi e iniziative dedicate ai giovani?

Come CNG, ad inizio 2021, abbiamo condotto un lavoro di analisi sulla prima bozza di PNRR, presentate dal Governo Conte il 12 gennaio, la quale destinava solo il 2% del totale complessivo alle misure generazionali, ossia quelle misure che direttamente interessano gli under 35. Nonostante la nostra proposta di dedicare un unico Pilastro alle politiche per i giovani, come suggerito dalle Linee Guida della Commissione Europea, non sia stata accolta, siamo comunque abbastanza soddisfatti che, nella sua versione presentata a Bruxelles, lo stanziamento per le misure destinate ai giovani sia aumentato ed è, oggi, pari al 7,6% per cento del Piano. Credo che nella versione definitiva del PNRR le nuove generazioni siano state messe al centro dell’agenda politica con importanti interventi e programmi a loro dedicati, in maniera trasversale, direttamente e indirettamente. Penso, appunto, ad alcune delle proposte avanzate dal CNG, come un nuovo sistema educativo, che favorisca maggiormente il legame tra la scuola, la formazione e il mondo del lavoro; il potenziamento delle infrastrutture digitali scolastiche; la formazione dei docenti per una educazione adeguata alle esigenze dei giovani e del lavoro; l’aumento degli ITS e il potenziamento dei laboratori con tecnologie 4.0; il ricambio generazionale della PA; il potenziamento del servizio civile universale e interventi di housing sociale. Dunque, possiamo ritrovare nel PNRR la giusta attenzione ai giovani, soprattutto se consideriamo che la maggior parte delle risorse saranno attinte a debito. Pertanto, è assolutamente necessario che vengano favorite le giuste condizioni per garantire sviluppo e benessere alle future generazioni. In tale direzione andrà il lavoro che stiamo portando avanti anche all’interno del Comitato per la valutazione dell’impatto generazionale delle politiche pubbliche (COVIGE).



La transizione ecologica è una tematica molto cara alle nuove generazioni. Il PNRR riserva quasi 60 miliardi a progetti di questo genere. Quali sono i principali progetti che lo Stato dovrebbe attivare?

Come Consiglio Nazionale dei Giovani siamo assolutamente convinti che il nostro Paese abbia bisogno di una riconversione infrastrutturale, tecnologica e professionale, che accompagni la transizione italiana verso un’economia più verde, resiliente e digitale. Nell’ottica di voler superare le reali difficoltà in cui si trovano a vivere oggi le giovani generazioni, confermate dagli allarmanti dati di aumento della povertà e della disoccupazione giovanile, e di non deludere le generazioni che verranno, occorre utilizzare al meglio le risorse previste dalle recenti strategie europee per il rilancio dell’economia dei Paesi europei, che non a caso fanno espressamente riferimento alla Next Generation. Tutelare il futuro significa proteggere l’ambiente, conciliando questa azione con il benessere ed il progresso sociale, orientando i modelli di sviluppo sulla base del principio della sostenibilità, in un patto d’azione che coinvolga pubblico e privato. Per questo motivo la diffusione di un’adeguata cultura energetica nella nostra generazione è un dovere morale dal quale non vogliamo sottrarci, ed è anzi il presupposto principale per indirizzare il dibattito pubblico verso orizzonti propositivi. Punto di inizio di tale riflessione è comprendere le ragioni che spingono i giovani italiani ad abbandonare il Paese. Esiste un divario di opportunità tra nord e sud, ma spesso anche tra centri e periferie. Le istituzioni nazionali dovrebbero, pertanto, implementare sistemi di orientamento e di assistenza all’autoimprenditorialità, per favorire un ambiente attrattivo per gli investimenti, fertile per l’impresa e di conseguenza per la realizzazione delle aspettative di vita e professionali dei nostri ragazzi.

6.    Cosa manca, a suo avviso?

Secondo le nostre stime, il Recovery Plan porterà circa 85 mila occupati in più entro il 2026. Tuttavia, sarà fondamentale investire sulla qualità dei progetti, e non solo sulla quantità, mettendo in campo da subito politiche ad hoc per ridurre la percentuale di Neet, per cui l’Italia vanta un drammatico primato in Europa. Ciò che ad oggi manca è l’implementazione della strategia per il Patto per l’occupazione giovanile 2030, al quale come CNG stiamo lavorando per provare ad affrontare, per la prima volta in Italia, in maniera integrata e con una visione di lungo respiro, il problema della disoccupazione giovanile, le sue conseguenze e impatto sociale, le differenze di genere e i divari territoriali che esistono sul tema, le nuove opportunità offerte dallo smart working e il tema della mobilità e dell’accompagnamento alla duplice transizione ecologica e digitale, dando attuazione ad alcuni dei principi del Pilastro sociale europeo dedicati ai giovani.