Anche per quanto riguarda la salute, la parola chiave è “sostenibilità”: inclusione e coesione, natura, estetica ma non solo. La nostra generazione si concentra e si impegna maggiormente sulla salute, come riporta anche Changes (2019): solo il 36% dei 13enni e dei 15enni europei ha già consumato bevande alcoliche e il 25% dei Millenials dichiara di voler evitare alcuni cibi, perché, a parer loro, fanno male alla salute.
In base a questi dati, la nostra generazione vuole essere consapevole di bere e mangiare determinati prodotti senza mai esagerare, con una certa attenzione ed è molto esigente e attenta alla salute. Ma oltre al benessere fisico, per cui sarebbe corretto introdurre educazione alimentare a scuola, è fondamentale che i fondi del PNRR vengano spesi anche sulla salute mentale. Il Covid ci ha insegnato quanto sia importante tutelare le fragilità dell’animo oltre a quelle del corpo eppure nella maggior parte dei casi non vengono coperte dal sistema sanitario nazionale. Più di un adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato e tra questi 89 milioni sono ragazzi e 77 milioni ragazze. Un disagio che a volte può diventare insopportabile e che porta quasi 46.000 adolescenti ogni anno a togliersi la vita ogni anno, più di uno ogni 11 minuti. A lanciare l'allarme è l'Unicef attraverso il rapporto La Condizione dell'infanzia nel mondo - Nella mia mente: promuovere, tutelare e sostenere la salute mentale dei bambini e dei giovani. Nel nostro piccolo, chiediamo a gran voce che lo Stato tuteli anche le malattie mentali, offrendo assistenza psicologica gratuita a chi ne ha bisogno. In uno stato sociale come il nostro, non è più ammissibile che ci si possa curare solo se si ha disponibilità economica.
C’è poi la questione dei disturbi alimentari che colpiscono moltissimi giovani e per cui è necessario intervenire il prima possibile con una legge che garantisca cure gratuite e obbligatorie per sconfiggere un importante disturbo come questo. Ad oggi le strutture tra pubblico e privato che cercano di arginare l’emergenza in Italia sono 146. Molte sono concentrate al Centro e al Nord che riportano di una situazione emergenziale in progressivo peggioramento ormai da mesi. Eppure si parla di 3,5 milioni di casi in tutta Italia, con oltre 2 milioni di adolescenti e preadolescenti. Eppure i Dca attualmente non rientrano nei cosiddetti LEA, livelli essenziali di assistenza garantiti: prestazioni e servizi che il Sistema sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini gratuitamente, o dietro pagamento di un ticket, attraverso le risorse pubbliche raccolte dalle tasse. Dobbiamo essere ascoltati, le battaglie vengono create per arrivare ad ottenere i nostri diritti, che devono essere accettati e in merito a questo, trasformati in vere e proprie leggi, che non sono mai da meno rispetto a molte altre.