"Un piano di rilancio dell'Italia- dice il premier Draghi- che non sia solo una questione di reddito, ma di sentimenti della nostra comunità che nessun numero potrà mai rappresentare". Alla Missione 4, Istruzione e Ricerca, sono stati destinati 31,9 mld di euro, con l'obiettivo di rafforzare le condizioni per lo sviluppo di un'economia partendo dal riconoscimento delle criticità del nostro sistema di istruzione e ricerca. Tra gli obiettivi che il piano si propone di portare a termine, ecco alcuni punti su cui soffermarsi per una ripartenza che abbia come protagonista la necessità degli studenti.
Risanare e ristrutturare
Tra gli altri punti, la quarta missione si propone di risanare 24 milioni di metri quadri di edifici scolastici. Secondo un'indagine svolta da Legambiente, il 29,2% delle scuole necessita di interventi di ristrutturazione e il 57,9% non possiede un certificato di agibilità. Il PNRR prevede anche la costruzione di 400 edifici da destinare a strutture sportive; attualmente 1,2 milioni di studenti non hanno la possibilità di praticare sport nella propria scuola. Questi sono numeri che spaventano, uno spaccato delle scuole del Paese quanto più concreto. La rivoluzione scolastica dovrebbe avere inizio dalle fondamenta, dagli edifici che ogni giorno delle scuole accolgono milioni di studenti. Perché noi studenti possiamo apprendere al meglio, abbiamo bisogno di un luogo dove sentirci a nostro agio, in cui sentirci al sicuro; condizione che allo stato attuale non è presente.
Innovare e connettere
Nel piano è presente anche la trasformazione di circa 100.000 classi tradizionali in connected learning environments, con l’introduzione di dispositivi elettronici. Gli ultimi due anni ci hanno mostrato non solo l'importanza della digitalizzazione, ma anche la mancanza di innovazione tecnologica nelle scuole: solo tra il 2020 e il 2021, una scuola su tre non ha potuto svolgere lezione regolarmente a causa della scarsa o inesistente connessione internet. Stabilire una connessione significa includere, ma quando la connessione che ci unisce non viene resa accessibile a tutti, questa diventa un ostacolo all'uguaglianza e all'istruzione.
Investire sulla ricerca
Il progetto si propone di aumentare di 3600 unità i dottorati di ricerca e le borse di studio, per far fronte al cosiddetto fenomeno della fuga di cervelli. Attualmente solo una persona su 1.000 nella fascia di età da 25 a 34 anni completa ogni anno un corso di dottorato, mentre il 20% preferisce trasferirsi all'estero per mettere a frutto le proprie competenze. Vale la pena investire nell'istruzione, dall'asilo all'università, nella ricerca e nella formazione, d'altronde, le redini del futuro sono nelle mani degli studenti di oggi.