Il 'Finance Track' è sempre uno degli appuntamenti più attesi al G20, tanto più in questo anno delicato dal punto di vista finanziario ed economico oltre che sanitario. I membri di questa luminaria plenaria sono i ministri dell'economia e delle finanze dei vari paesi, i governatori delle banche centrali, i viceministri e altri incarichi altisonanti. Ma quanto può essere effettivamente funzionale che al tavolo del dibattito non vengano accolte voci di rottura?
Le nostre richieste
Per la generazione Z, ciò che preme è la creazione di un piano per il rallentamento della crisi climatica, che però vada fuori qualsiasi discorso preesistente o già schematizzato a livello sistemico. Il Finance Track è qualcosa di visto e di rivisto, di bollito e vagamente nauseante, perché sono gli stessi giochi di potere circoscritti ad un sistema che si sta dimostrando autodistruttivo. Attraverso le mobilitazioni giovanili che abbiamo visto in questi anni, il fatto che la questione climatica non sia una problematica limitata alla salvaguardia degli ecosistemi è stato messo in particolare evidenza, e la sensazione (non vaga, ma fondata) è che ciò entri da un orecchio ed esca dall'altro a chi siederà al tavolo delle finanze. Manifestazioni come il G20 sono non motivo di interesse, ma di dissenso riguardo un conflitto che non sembra essere più solo generazionale, ma soprattutto politico, dato che è ovvio che il pensiero neoliberista e istituzionaledemocratico (principi sui quali sono fondati gli stati moderni) ormai sono relegati ad un'ideologia vecchia che non si è rinnovata secondo il susseguirsi di dinamiche contingentali (come la stessa crisi climatica o la pandemia di COVID-19) e di vere contraddizioni sovrastrutturali.
Innovazione stantia
Altro tassello della batteria di eventi che costituisce il G20 è la 'Innovation League', manifestazione ospitata a Sorrento il 9 e il 10 ottobre. Il main character dell'assemblea sono le innovazioni tecnologiche. Anche qua il discorso si avvicina molto a quello precedente. Le nuove tecnologie dovrebbero rientrare in un discorso di progressione sociale a beneficio di tutte e tutti e non come semplice pedina del mercato speculativo. Il sito internet del G20 definisce quest'iniziativa come “un’opportunità unica per le startup per presentare i loro progetti in un contesto globale, per gli investitori di far conoscere le aziende del proprio portafoglio e scoprire altre soluzioni innovative, per i “policy makers” per vedere in prima persona come l’innovazione può rispondere a bisogni complessi della società con tecnologie eccezionali e infine per le società di scoprire opportunità per inventare e investire in soluzioni innovative”.
Insomma sembra ovvio che questo G20 sia qualcosa di troppo distante per poterne essere partecipi, come se fosse una stanza chiusa alla quale non si può entrare (e dalla quale forse neanche uscire). Questa è l'ennesima dimostrazione di quanto tutto ciò rappresenti un modello politico verticisticamente troppo lontano per poter sperare (da parte loro) in una qualche vaga forma di consenso da parte della nostra generazione.