I ventenni si vaccinano più dei trentenni e dei quarantenni. E questo, nonostante le somministrazioni ai giovani siano iniziate notevolmente in ritardo rispetto agli adulti e nonostante i rischi del virus siano meno preoccupanti di quanto non lo siano per i più grandi.
Le motivazioni
Una forte spinta l’ha sicuramente data l’aumento dei contagi estivi. Inizialmente sembrava che l’estate precedente fosse ripetibile, ma, escludendo un breve periodo, l’impennata c’è stata. In questo quadro, l’opportunità di vaccinarsi è equivalsa alla possibilità di godere di una stagione più spensierata. In questo
anno e mezzo di pandemia, noi ventenni abbiamo perso quella parte di gioventù che abbiamo sempre sognato sin da piccoli. E ora vogliamo tornare il più velocemente possibile a godere al massimo le nostre vite. Viaggi, cene fuori, assembramenti, balli e serate senza pensieri sono sicuramente al primo posto nella lista di motivi che ci hanno portato a vaccinarci più dei nostri genitori. Ma non certo l’unico: anche la paura di infettare nonni e genitori, vista la colpevolizzazione che spesso è stata fatta nei confronti della nostra generazione, ci ha spinto a sottoporci alla somministrazione delle dosi.
Le contro-motivazioni
Dall’altro lato, chi è più avanti con l’età, in quella fascia 30-49, si prende tutto il tempo necessario. Non c’è la stessa fretta di tornare alla vita assembrata e senza regole di prima. Inoltre, complice anche la vergognosa comunicazione di molti mass media, numerosi adulti mettono in pratica la proverbiale prudenza che di certo non appartiene alla nostra età. In molti preferiscono prendere il proprio tempo aspettando cosa accadrà con il vaccino. È la famosa zona grigia, né no vax né fan dei vaccini senza riserve.
Fake news e diseducazione ai media
Ma non solo: ci sono anche un’educazione ai media e una capacità di orientarsi nella giungla di internet, decisamente maggiore tra noi giovani che tra i non nativi digitali. La generazione Z riesce a vagliare di più le notizie, a capire quali sono affidabili e quali necessitano di un controllo delle fonti. Già a partire dai millenials, c’è una minore consapevolezza del mare magnum di opinioni che è il web.
“Perché a vent’anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell’età” cantava Guccini in Eskimo. Ma oggi, quegli stupidi ventenni, hanno dato una bella lezione ai loro genitori, spazzando via timori e prudenze e affidandosi alla scienza nel bene dell’intera società.