Cresciuti dopo l’attentato alle Torri Gemelle e l’inserimento dell’euro, i nati tra il 1995 e il 2010 fanno parte della Generazione Z, composta da ragazze e ragazzi che si definiscono compassionevoli, riflessivi, di mentalità aperta, responsabili e determinati, ma anche competitivi, spontanei, avventurosi e curiosi. È la generazione del futuro, pronta ad affacciarsi alla vita reale e a cambiare un Paese che, a differenza di Nazioni ormai all’avanguardia, rimane indietro sotto diversi punti di vista. I ragazzi nati in questo arco di tempo vengono però considerati degli “scansafatiche” dalle generazioni precedenti poiché lottano per i propri diritti e per il futuro del pianeta e creano nuove opportunità di lavoro sfruttando la tecnologia, uno strumento prezioso che oramai è alla portata di tutti. Perciò la domanda che ci si pone al giorno è: gioventù bruciata o fonte di incredibili opportunità?
Nativi digitali
Un aspetto importante di questa generazione è il suo diffuso utilizzo di Internet sin dall'infanzia. I membri della Generazione Z sono abituati all'uso della tecnologia e dei social media, i quali incidono per una parte significativa sul loro processo di socializzazione. Pertanto, essi sono stati definiti "nativi digitali". Ciò che contraddistingue però la Generazione Z da quelle precedenti è il fine per il quale la tecnologia e i social media vengono adoperati. I giovani tra i 13 e i 25 anni infatti utilizzano Internet, grazie alla sua immediatezza, come fonte primaria per l’informazione e, come conseguenza dell’essere nativi digitali, hanno sviluppato la capacità di distinguere le cosiddette “fake news” dalle notizie reali. Inoltre la Generazione Z usufruisce dei social media come luogo per sensibilizzare la società verso tematiche estremamente importanti per i giovani, come il riscaldamento globale, il body positivity, il razzismo e l’omotransfobia; per i ragazzi, perciò, l’utilizzo dei social media è diventato anche un modo per combattere l’ignoranza.
La scuola
Il primo luogo dove si sconfigge l’ignoranza, però, rimane sempre la scuola, così importante ma allo stesso tempo detestata dai giovani, i quali, a causa di un sistema scolastico che non punta all’autonomia e alla formazione totale dello studente, ma alla memorizzazione di conoscenze che lo studente non sarà quasi mai in grado di applicare nella vita extra-scolastica, non si sentono abbastanza istruiti su ciò che verrà richiesto allo studente al di fuori della scuola. I giovani perciò si sono resi conto di una grave falla nel sistema scolastico, e richiedono allo Stato una riforma che aiuti loro ad essere preparati su come funziona il mondo. Nel 2020 è stata già introdotta la materia trasversale di Educazione Civica, ma non basta: ai ragazzi serve una base di economia e diritto, serve che la scuola promuova gli studenti a svolgere attività extra-scolastiche come sport, volontariato, musica ed arte.
Perciò l’unico modo per dare credito alle nuove generazioni è quello di aiutare i giovani ad affermarsi in una società che li sta mettendo sempre più da parte e che sottovaluta le loro capacità, scoraggiandoli e facendoli sentire tagliati fuori.