Il ventunesimo secolo, periodo di grandi cambiamenti, è definito dai più malinconici “era della nostalgia”: infatti dando un’occhiata ai generi musicali più ascoltati, ai vestiti indossati e ai gusti cinematografici di giovani e adulti, viene fuori un fenomeno definito “retromania”. Persone di tutte le età e origini vanno alla ricerca di jeans scoloriti, vinili e fantasie retrò per rispecchiare il tanto ambito look “vintage” per eccellenza. È come se le persone, non soddisfatte delle mode attuali, cercassero di proiettare nel passato la loro vita ideale. Ad esempio parlando di gusti musicali, artisti e band come i Beatles, i Rolling Stones e Elvis Presley, dei veri e propri evergreen, sono considerati di livello nettamente superiore ai cantanti di oggi.
Questo fenomeno è probabilmente dovuto al ricambio generazionale, dove le generazioni vedono le loro successive con un netto peggioramento. Il detto “si stava meglio quando si stava peggio” diventa una vera e propria convinzione, per cui gli adulti cercano di aggrapparsi alla loro gioventù e i giovani tentano di riprodurla. Ma sono davvero peggiorate le generazioni con il tempo? La verità probabilmente sta nel mezzo: è vero che si può effettivamente notare una progressiva perdita dei valori, ma è anche vero che è dovuta all’evoluzione dell’uomo e delle sue condizioni di vita e che ad ogni generazione corrispondono esigenze diverse, e quindi, stili di vita differenti da quella precedente.