Le carceri italiane, secondo i dati del Consiglio d’Europa, che promuove la difesa dei diritti umani e dell’uguaglianza, sono le più sovraffollate d’Europa, con una media di 115% di carcerati su un massimo di 98% (per eventuali arresti). Il sistema penitenziario Italiano, in precedenza, fu costretto a risarcire alcuni degli ex detenuti per le condizioni disumane nella quale erano costretti a vivere.
Durante la pandemia
In questo ultimo anno i problemi nelle carceri italiane si sono di gran lunga amplificati. All’inizio del mese di marzo 2020, in piena pandemia, i detenuti italiani hanno protestato per le terribili condizioni nelle carceri e per i provvedimenti presi dal Ministero della Giustizia, per contenere il virus. Le visite con i familiar sono state sospese per evitare contatti esterni, ed è l’ennesimo diritto a loro vietato. Nel carcere di Modena la rivolta è stata estremamente violenta, con ben nove morti. Il sovraffollamento non ha comunque permesso di applicare adeguate misure per contenere i contagi ed evitare la diffusione del virus. Ad oggi i positivi nelle carceri di tutta l’Italia sono circa 850 detenuti e 671 operatori penitenziari.
Problema risolvibile?
Per risolvere il problema, durante la pandemia si è deciso di incentivare la detenzione domiciliare e di diminuire le pene. In solo un anno, secondo i dati dell’associazione Antigone che si occupa di tutelare i carcerati, i detenuti sono passati ad essere da 61 mila a 53 mila. Ma ancora una volta è stata messa in discussione, l’organizzazione Italiana, che non provvede alla costruzione di nuove strutture carcerarie.
Questione vaccini
Considerati tra le categorie prioritarie, i detenuti e gli operatori penitenziari sono stati sottoposti al vaccino Johnson & Johnson poiché prevede la somministrazione di una sola dose. Da oggi, venerdì 22 aprile iniziano le vaccinazioni in tutti le carceri del Lazio.