Viaggiare in pandemia
Cambiamenti in positivo e in negativo dell'impatto del Covid sul turismo
Gaia Giacobazzi | 29 marzo 2021

Andando a ispezionare un po’ di dati, l’UNWTO (World Tourism Organisation) ci riporta che tra gennaio e ottobre 2020 si è registrato un crollo a livello mondiale degli arrivi internazionali del -72%, con una perdita di novecento miliardi di dollari; mentre solo in Italia il calo di arrivi è pari al -58,2%, leggermente inferiore alla media mondiale.

Nuove tendenze del turismo

Osservando la situazione, sono fortemente incrementate le offerte outdoor, con periodi di soggiorno brevi e possibilmente nel territorio, ma soprattutto con prenotazione dell’ultimo minuto: non è facile pianificare senza sapere ciò che sarà possibile fare, un’impennata di contagi non sarebbe una situazione imprevedibile e una chiusura drastica cancellerebbe ogni piano e creerebbe grandi perdite per famiglie e imprese (molte delle quali hanno già riscontrato gravi problematiche a causa della mancanza di lavoro durante il primo lockdown).

Conseguenze

Vediamo come sia dunque diminuita drasticamente la disponibilità di mete offerte dalle agenzie turistiche, garantendo però una maggior sicurezza sia nell’arrivo che nella permanenza per coloro che sono  riusciti a mantenere un tenore di vita in grado di permettere tali possibilità: c’è chi durante la pandemia ha perso o ha fortemente ridotto il proprio lavoro, e di conseguenza le entrate, che quindi gli impedisce addirittura di sbarcare il lunario con sicurezza, figurarsi permettersi lussi come viaggiare, o anche semplicemente pagare il canone del telefono, della televisione e di tutti gli elettrodomestici che ormai sono entrati a far parte della nostra vita quotidiana e di cui non possiamo più fare a meno.

Effetti positivi

Tendiamo però sempre a vedere il bicchiere mezzo vuoto, ma non ci sono solo effetti negativi: è possibile infatti, nei limiti del possibile e delle normative vigenti, viaggiare, evitando folle, mantenendo distanze di sicurezza e mascherina, scattare bellissime fotografie senza il panorama contornato da milioni di altri turisti con la stessa intenzione, prenotare (eliminando così i problemi di overbooking) e rilassarsi maggiormente.

Perché continuare a viaggiare

È chiaro però che non sono solo i cambiamenti a colpire i viaggi, ma sono anche i viaggi stessi a portare grandi innovazioni: è grazie all’avventura di Cristoforo Colombo che è stata scoperta l’America (nonostante per un piccolissimo errore di calcolo l’avesse scambiata per le Indie), ed è proprio nel nuovo continente che hanno subito un rapido mutamento anche i rapporti tra le persone (tra colonizzati e colonizzatori forse non si è instaurata fin da subito una grande amicizia, ma alla fine è riuscito a sbocciare il grande stato che noi oggi conosciamo). Il viaggio porta a una trasformazione sia interiore, più legata sia alla sfera più intima del singolo, sia materiale, che parte dalla nascita e continua con la scoperta del mondo intorno a sé con l’infanzia, dell’amore con l’adolescenza, della famiglia con il periodo di vita adulta, e la riflessione della vecchiaia, concludendosi con la morte (e chissà che cosa ci aspetta dopo). Tutti compiono almeno un viaggio nella propria vita, ma perché accontentarsi di uno? Ascoltando le storie degli amici e dei parenti, guardando la televisione, ascoltando la musica e leggendo si fanno nuovi viaggi, immedesimandosi in ognuno di questi. Siamo quindi un po’ tutti viaggiatori, ma non limitiamoci a pensare a noi esploratori reali: il tema del viaggio e dell’avventura è un tema più che ricorrente in letteratura, di cui quindi ricordiamo Ulisse ad esempio, che pur di viaggiare e scoprire, assetato di conoscenza, anche dopo il ritorno ad Itaca riparte per la scoperta di nuovi mondi, o il celebre Mattia Pascal, che si è reinventato ben due volte, per morire in ognuna di queste e portare a termine il suo viaggio.