Katherine Coleman Globe Johnson è stata una matematica, informatica e fisica afroamericana il quale contributo non fu essenziale solo per il programma Mercury, ma anche in tutte le successive missioni della Nasa, furono infatti i suoi calcoli a far ritornare indietro Fred Haise, Jack Swigert e Jim Lovell, colui che pronunciò la famosa frase: “Houston, abbiamo un problema”.
Qual è il più grande contributo di Katherine Johnson?
Difficile decidere, ma probabilmente il suo più grande contributo fu per il volo di John Glenn che sarebbe stato il primo volo orbitale intorno alla terra, che compì tre giri piuttosto che sette. Katherine dunque dovette calcolare non solo traiettorie di discesa ma anche le coordinate di rientro della navicella, Friendship 7. Ciò che colpisce maggiormente è il fatto che la matematica applicata era totalmente nuova, era infatti una matematica a cui non si era mai pensato visto che non era mai stato mai previsto di mandare un uomo nello spazio.
Perché sono così importanti i calcoli di Katherine Johnson?
Bisogna partire dal presupposto che senza i calcoli di Katherine Johnson molti progetti aerospaziali non sarebbero partiti e se questi non fossero partiti la storia che conosciamo non sarebbe stata la stessa. Siamo, infatti, nel pieno della Guerra Fredda, conflitto che coinvolge gli Stati Uniti d’America e i paesi comunisti capeggiati dall’Unione Sovietica. Nel ’57 l’URSS manda in orbita il primo satellite artificiale, di conseguenza l’America fonda l’anno successivo la Nasa e la corsa allo spazio diventa ormai un obiettivo fondamentale. Tutti gli sforzi vengono concentrati in questa direzione prendendo sotto la sua ala le menti migliori della nazione, tra queste Katherine Johnson.
Perché dovremmo conoscere Katherine Johnson?
È una domanda molto semplice ma con una difficile risposta, molte persone non conoscono questa straordinaria donna, io in primis non la conoscevo ma poi mi sono accorta della sua sostanziale importanza e del suo enorme coraggio. Ritengo fondamentale che ad oggi le persone la conoscano, in quanto è stata un elemento fondamentale per la storia così come la conosciamo. Il vissuto di questa donna afroamericana ci propone un insegnamento fondamentale; nel 1953 vigevano le leggi razziali e le donne afro-americane della sezione West Area Computer (sezione nella Nasa, allora chiamata Naca, in cui lavorava anche Katherine) subivano una grande discriminazione come l’obbligo di pranzare in luoghi separati e l’obbligo di usare servizi igienici diversi, tuttavia la bravura di Katherine la portò ad integrarsi, per quanto possibile, in un team di soli uomini bianchi, diventando vitale per molti progetti aerospaziali.