In tempi di pandemia, la comunicazione ha un ruolo assai importante, specialmente la comunicazione istituzionale dei nostri rappresentanti. Siamo passati da un governo giallo-rosso con come Presidente del Consiglio il professor avvocato Giuseppe Conte a un governo di larghe intese, di unità nazionale, con a capo Mario Draghi, famoso economista noto per il suo ruolo come Presidente della Banca centrale europea. Due approcci differenti nel public speaking e verso le nuove tecnologie. Il primo, un personaggio che ha fatto dell'informazione un mezzo per essere conosciuto; il secondo "un marziano" dei social network poiché privo di un account in qualsiasi social network presenti nel panorama della comunicazione. Analizziamo i loro stili comunicativi nel dettaglio.
Giuseppe Conte: tra social network e comunicazioni ufficiali
L’avvocato del popolo, Giuseppe Conte, precedentemente premier con in governo 5 Stelle, molto pragmatico in questa prima esperienza, ha trovato largo consenso durante la pandemia grazie alle conferenze a reti unificate. Gli italiani in preda alla paura si sono affidati a un homo novus della politica italiana che entrava con le sue conferenze stampa frequenti nelle case degli italiani.
Possiamo notare come anche come nella sua esperienza da capo di governo fosse solito twittare un messaggio che poi veniva pubblicato anche sulla sua pagina di Facebook e di Instagram. Infatti, notiamo che su Facebook ha ben 3,7 milioni di follower; quasi 2 milioni su Instagram e quasi un milione su Twitter, numeri che gli attribuiscono un peso politico slegato al ruolo di premier.
Nelle sue conferenze Conte ha usato un lessico complesso che ha portato nel panico milioni di italiani, per esempio sul termine "congiunto" e nel controllo delle informazioni e nella loro diffusione. Sicuramente, non è stato un gesto volontario, però, nel mondo politico, così come nel mondo della comunicazione, bisogna essere sintetici e più chiari possibili, per includere anche chi non ha gli strumenti per capire discorsi estremamente tecnici.
Mario Draghi: tra Europa e tradizioni
Mario Draghi è un importante economista italiano che è stato Presidente della Banca Centrale Europea. Il suo mandato in Europa si può racchiudere in una sola frase che è stata ripetuta in maniera forse eccessiva il giorno del suo incarico a capo del governo italiano ed è: "Whatever it takes".Tradotto dall’inglese come "ad ogni costo", sembra una di quelle frasi della su i libri di storia come "Alea iacta est", eppure ha avuto un grande impatto mediatico. In un periodo dove la Banca centrale era stata colpita dalla crisi finanziaria del 2008, lui riuscì ad evitare il peggio con il famoso "bazooka di SuperMario".
Riassumendo, Draghi è uomo senza social, osserva le criticità dei problemi e parla poco senza sbagliare un colpo. Anche perché in un mondo così capitalista come il nostro, ogni parola, ogni frase sbagliata, ha delle ripercussioni sul mercato azionario. Mario Draghi raffigura per essenza uno dei principi importanti dell'economia molto utilizzato dai filosofi e dagli scienziati il cosiddetto "Rasoio di Occam" detto anche "principio della parsimonia" dove avendo due soluzioni, una semplice e una complessa, è sempre bene scegliere quella più semplice. Grazie al suo pragmatismo, ha un temperamento comune a pochi e tipico, ad esempio, dei padri costituenti come De Gasperi che trainò l'Italia fuori da una crisi senza precedenti ottenendo e investendo bene i soldi del piano Marshall.
Per concludere da quello che emerso da questa analisi comunicare troppo e su molti canali può generare molte aspettative, forti incertezze e stati di ansia tra la popolazione, mentre un atteggiamento più riservato meno plateale si presta a un profilo di autorevole che dà maggiore sicurezza.