Mai come in questo periodo si avverte il bisogno della comunicazione. Questa esigenza emerge principalmente nel rapporto tra adulti e adolescenti. È possibile definire l’adolescenza come uno dei periodi più densi e delicati della vita di ognuno, caratterizzato da un’infinità di stati d’animo, sensazioni, sentimenti ed emozioni contrastanti. La nuova generazione è profondamente criticata dalla società, che ritiene e considera i giovani come “coloro che non sono in grado”, “coloro che non hanno l’età richiesta e l’esperienza necessaria per affrontare la quotidianità”, non lasciando loro - desiderosi invece di interagire - lo spazio per esprimersi e raccontare se stessi.
I giovani vengono sottovalutati
Questa convinzione da parte degli adulti viene smentita dal fatto che la vera maturità non si ritrova nell’età, bensì nell’intelligenza, nella profondità e nello spessore di una persona. L’esempio più concreto di tale verità ci è stato dato da Greta Thunberg, una ragazza che, portando avanti la sua tesi contro il cambiamento climatico, nonostante la giovane età, si è dimostrata essere molto più saggia di alcuni adulti. Dunque gli adolescenti vengono costantemente sottovalutati ed è proprio questo che genera una grande “incomunicabilità”.
La difficoltà dell'empatia
La transizione dall’infanzia alla maturità è determinata da una crescita sia interiore che esteriore, quindi da un momento preordinato al cambiamento. Molto spesso si parla di “paura del cambiamento”, quindi del non riuscire ad accettare nuove situazioni e circostanze; essa si presenta sia nei giovani che nei genitori, che tendono ad avere un comportamento talvolta iperprotettivo nei confronti dei propri figli. Nei momenti difficili, l'adolescente cerca un confronto coi genitori, che però “sentono” ciò che raccontano, ma non “ascoltano”. C’è una netta differenza tra questi due verbi. “Ascoltare” una persona significa mostrare un reale interesse per lei, cercando di vivere in prima persona le sue emozioni, provando a comprenderla in ogni modo. È proprio qui che traspare il concetto di “empatia”, una componente fondamentale che solitamente viene a mancare tra adulti e giovani. Essa è la capacità di immedesimarsi in un’altra persona, cercando di trovare l’intesa perfetta, la giusta complicità. Proprio a causa della mancanza di empatia da parte degli adulti, i giovani tendono a distaccarsi dai propri genitori che frequentemente sminuiscono l’importanza delle piccole cose, non tenendo conto di quanto le loro parole possano influire negativamente.
La sensibilità degli adolescenti dunque non viene compresa abbastanza; la crescita è uno dei passaggi più difficili proprio perché si va in contro a cose totalmente nuove; vengono in essere molteplici e differenti stati d’animo, uno dei più frequenti è l’insicurezza. Essa impedisce al ragazzo di mostrarsi per come è veramente, facendogli indossare una sorta di maschera che nasconde la sua personalità.
L'effetto della pandemia
La pandemia, diventata ormai parte integrante della vita di ognuno, sta comportando numerosissimi danni al livello psicologico sui giovani. Il sentimento che prevale in questo momento per la maggior parte, è la solitudine. A causa di questa situazione, i giovani non hanno la dinamicità e il giusto svago che dovrebbero avere, e che sono decisamente essenziali. Trascorrendo la maggior parte del tempo a casa, vengono privati di quelli che potrebberoe ssere considerati “gli anni migliori”, e il solo pensiero di non poterli vivere a pieno e intensamente è per loro struggente.
Sarebbe necessario ristabilire un canale di comunicazione e comprensione tra adulti e giovani; allo stesso tempo si dovrebbe cercare di sfruttare questo periodo per riflettere e maturare, comprendendo ciò che è realmente importante nella vita. Bisognerebbe trovare, dunque, un punto di incontro con i genitori, che aiuti gli adolescenti a superare ogni difficoltà e ostacolo, facendo leva sulle proprie potenzialità e riuscendo così a realizzare a pieno la loro personalità.