Fino ad oggi, il successo nell’ambito scolastico dipende in gran parte dal contesto sociale della nostra origine. I bambini che crescono in famiglie culturalmente ed economicamente svantaggiate lottano più di altri per raggiungere gli standard minimi di istruzione e la prospettiva di vederli avere successo in futuro sta diminuendo. Tuttavia, anche il luogo di nascita o di residenza è spesso il vero limite dell'efficacia dell'istruzione. Gli adolescenti italiani si imbattono nella povertà dell'educazione giovanile.
Influenza da parte della famiglia
Si può vedere che lo stato socio-economico dei genitori è uno dei fattori che causano una maggiore disuguaglianza educativa. La differenza di punteggio, secondo l'ultima indagine INVALSI, tra chi ha uno status familiare alto o basso raggiunge i 36,7 punti in terza media, mentre nel corso delle superiori e, in particolare, in quinta superiore raggiunge i 27,2 punti. I risultati peggiori però, oltre a portare alla povertà educativa, hanno anche un altro risvolto negativo: il forte abbandono scolastico. Per rilevare i numeri relativi a questo ci si affida ai dati Ocse che rilevano che a lasciare la scuola prima del tempo sono più spesso proprio i figli di chi non ha il diploma. In Italia, tra chi ha entrambi i genitori non diplomati, la proporzione di chi non arriva al titolo di studio ormai considerato 'base" sfiora i 2/3 dei casi (con i dati del 2018).
Anche il territorio influenza i risultati
Questa situazione è influenzata anche dal luogo in cui si vive: per gli studenti più lontani dal centro, la scelta della scuola dipende non solo dal contesto sociale di provenienza, ma anche dai servizi effettivamente erogati nell'area geografica. Più sei lontano dai comuni più grandi e importanti, meno è probabile che tu tragga vantaggio da un programma completo di istruzione superiore. Pertanto, la disuguaglianza territoriale del nostro Paese non può nemmeno evitare il profondo compromesso del settore dell'istruzione. Ad esempio, la relazione ha sottolineato che la situazione nel nord è molto migliore rispetto alle regioni centrali e meridionali. Infatti, il test INVALSI in italiano mostra solitamente prestazioni migliori nella regione settentrionale rispetto a quella meridionale. Se guardiamo ai dati del 2018 relativi all'ottavo anno, in questa materia il punteggio medio degli studenti del sud si ferma intorno ai 190, mentre il punteggio medio degli studenti delle regioni del Nordest e del Nordovest supera i 206. Prendendo a riferimento i dati Istat e INVALSI di gennaio 2018, "Nel test dell'alfabeto, l'87% dei capoluoghi del Nord Italia ha mostrato risultati superiori alla media italiana. Nel Mezzogiorno la percentuale di città che superano tale soglia è scesa a 25% e 36%.
I dati sull'abbandono scolatico
Anche per l'apprendimento scolastico, i dati mostrano situazioni diverse a seconda della regione. A livello nazionale, nel 2004, tra i 18 ei 24 anni, quasi un quarto delle persone ha abbandonato la ricerca e la formazione (23,1%). Nel corso degli anni, il tasso di abbandono scolastico è sceso di quasi 10 punti percentuali al 13,5% nel 2019. Solo tre regioni del sud (Abruzzo, Molise e Basilicata) sono inferiori al 12%. In Sicilia, sebbene il tasso di abbandono scolastico sia diminuito di otto punti percentuali, il tasso di abbandono precoce è ancora elevato, circa il 22%. La Puglia, la Sardegna e la Campania sono state le aree con i maggiori declini, ma partendo da un livello molto alto, rimangono rispettivamente la terza, la quarta e le regioni più abbandonate.