Nei giorni scorsi, precisamente il 22 Febbraio, il nostro Paese è stato colpito da un grave lutto: il barbaro assassinio del nostro ambasciatore Luca Attanasio nella Repubblica Democratica del Congo. L'ambasciatore, il carabiniere Iacovacci ed il loro autista sono caduti in una vile imboscata di miliziani locali. Un gruppo di sei ribelli inizialmente avrebbe attaccato l’automobile e subito ucciso l’autista, conducendo successivamente l'ambasciatore ed il carabiniere nella foresta. Al sopraggiungere delle forze dell’ordine, i ribelli avrebbero sparato al carabiniere ed in questi drammatici frangenti anche Luca Attanasio ha trovato la morte. Il fatto, in sé grave dell’omicidio di un diplomatico, in quanto soggetto protetto dal diritto internazionale, è diventato ancor più atroce poiché il nostro ambasciatore, era da tempo impegnato nelle attività di cooperazione internazionale finalizzate al sostegno dei più poveri e deboli soggetti di quel lontano paese. Un giovane di appena quarantatré anni, sposato e padre di tre piccoli figli.
Esempio nei rapporti internazionali
Questo efferato omicidio, probabilmente realizzato per creare tensione in quella lontana area geografica, rischia di mettere in crisi il nostro sistema di cooperazione da sempre orientato alla tutela dei più deboli. Ecco perché il luminoso esempio del nostro diplomatico dovrà continuare a rappresentare l’esempio del modello italiano in seno ai rapporti internazionali: l’Italia, infatti, è da sempre stata soggetto internazionale impegnato nella promozione del benessere sociale, dell’uguaglianza dei diritti e dello sviluppo del terzo mondo. In questi giorni lo Stato Italiano è in lutto e vicino alle famiglie dei caduti e, per dimostrare la sua vicinanza, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha disposto l’esposizione a mezz’asta del tricolore e della bandiera europea in tutti gli edifici pubblici degli Organi Costituzionali e dei Ministeri, stabilendo la celebrazione delle esequie religiose in forma solenne.