Chi lo ha detto che Instagram è solo per le fashion blogger? Se avete bisogno di consigli, informazioni o semplicemente volete saperne di più sul mondo del lavoro, non vi resta che seguire Talkin Pills, il mondo del lavoro in pillole: una pagina Instagram molto stimolante che coinvolge professionisti di diversi settori e percorsi professionali con interviste live, per condividere con gli utenti conoscenze, esperienze, tutorial e consigli lavorativi. L’obiettivo è quello di diffondere conoscenza e positività per ritrovare un senso di comunità. Ne parliamo con la co-fondatrice, Carolina Sansoni.
Come e perché nasce Talkin Pills?
Nasce a fine marzo, durante il periodo di lockdown, in un momento di disorientamento e di grande difficoltà con l’idea di utilizzare la moda delle dirette, che si era diffusa in quel periodo, sapendo che all’ascolto c’erano persone che stavano passando un momento particolare a livello lavorativo e psicologico. Facevamo una diretta al giorno, seguita da piccole pills, cercando di variare il più possibile con i personaggi, per raccontare più professioni che facessero parte di settori diversi, in modo da offrire una visione a 360 gradi del mondo del lavoro. In seguito si sviluppa perché ci rendiamo conto che sul verticale del lavoro su Instagram c’era un vuoto che noi abbiamo provato a colmare inserendo anche altri tipi di format e cercando di coprire quanti più aspetti possibili.
Talkin Pills aiuta a fare luce soprattutto sulle professioni nate negli ultimi anni, con la rivoluzione del digitale. Professioni spesso sconosciute, il cui percorso di studi non rientra in quelli canonici. Credi che in Italia si dia la giusta importanza a questi nuovi ruoli professionali? Sono lavori in cui investire per il futuro oppure potrebbero rivelarsi precari?
Io credo che siano assolutamente i lavori su cui investire per il futuro, è questo il motivo per cui ne parliamo molto. Per questi nuovi lavori, stanno iniziando solo ora ad esserci - e sono molto validi - corsi specifici ma inizialmente non c’erano, soprattutto nella triennale. Mentre all’estero ci sono scelte anche molto variopinte, in Italia chi vuole lavorare in questi settori nella maggior parte dei casi si trova a fare un percorso di Marketing, Comunicazione, Filosofia, ritrovandosi poi a sbagliare percorso oppure a non sapere come muoversi post università. Dando voce e spazio a professionisti che lavorano nel settore, che hanno fatto il percorso che si vorrebbe intraprendere, cerchiamo di far avere un riscontro reale rispetto al mondo del lavoro, che i giovani conoscono molto in teoria ma poco nella pratica.
Avete scelto Instagram come trampolino di lancio. Social che, rispetto agli esordi in cui veniva utilizzato principalmente a scopo ricreativo, negli ultimi anni è diventato veicolo di contenuti fondamenti e di informazione. Quanto potere pensi abbiano i social nella società moderna?
Molto. Instagram nasce come applicazione per la condivisione di foto. Credo che sia diventato quello che è oggi perché le persone ci passano talmente tanto tempo che si è resa necessaria una trasformazione, per far sì che questo tempo venisse utilizzato per imparare qualcosa. È diventato uno strumento in cui la gente trova tutto: un contenuto, qualcosa che ti informi, ti educhi, ti faccia sorridere non solo la foto del tramonto! È il social giusto ma non si può neanche basare tutto su un social solo, perché il giorno in cui non funziona più ti ritrovi a gambe all’aria. Adesso stiamo capendo quale sarà l’evoluzione e stiamo puntando molto sul lato di creazione del contenuto.
Quindi pensate di esportare Talkin Pills anche su altre piattaforme, oltre Instagram?
Stiamo pensando ad una possibile evoluzione che però potrebbe essere più sulla scia di un podcast o una newsletter, piuttosto che altri social. Nel 2021 cercheremo di lavorare come agenzia. Abbiamo studiato tutto quello che sono i nostri followers: persone che si stanno affacciando al mondo nel lavoro, che sono alle prime armi, tutti under 30. Sappiamo cosa cercano in un’azienda e quello che vorremmo fare è aiutare le aziende a comunicare con questo target e lavorare su quello che oggi si chiama Employer Branding, ossia creare dei contenuti e implementare delle strategie insieme alle aziende, ma richiede un lavoro alla base più creativo.
Ha raggiunto un seguito di quasi 20 mila followers. Vi aspettavate di avere questo riscontro?
Abbiamo raggiunto i 20 mila followers ieri! Abbiamo avuto la fortuna di poter coinvolgere inizialmente professionisti che avevano un certo seguito e questo ha portato la pagina a crescere abbastanza velocemente. Sicuramente ha aiutato anche il fatto che, essendo in lockdown, le persone erano molto più disponibili. Fare questa cosa con persone che lavoravano 24h su 24 sarebbe stato molto più complicato, non avrebbero mai accettato di fare una diretta. Ad oggi, credo sia anche la qualità del contenuto ad aiutare la crescita, al momento tutta organica ma con la speranza che andando avanti riusciremo a investire anche sulla parte di marketing per crescere ancora di più.
Quello che stiamo vivendo è un momento storico molto particolare, e a soffrirne in special modo è soprattutto la nostra generazione. Che consiglio sentiresti di dare a chi si affaccia oggi, per la prima volta, nel mondo del lavoro?
Di reinventarsi il più possibile e di vendersi bene come individuo, soprattutto se si tratta di professioni nuove. Non pensare di essere una persona ma un brand, quindi creare tutto quello che si crea intorno ad un brand di moda o altro, intorno a se stessi. È inoltre importante considerare tutto quello che si possa prendere da un lavoro, anche se ci si è sempre visti a fare una carriera diversa, è il momento in cui magari bisognerà cambiare i propri percorsi e avere uno spirito un po’ più imprenditoriale. La cura di quello che è il brand di se stessi è fondamentale: curriculum, preparazione, esperienze. Non è da sottovalutare, serve tutto un progetto intorno alla persona soprattutto in un mondo dove siamo tutti connessi e sembra tutto molto facile invece non lo è. C’è bisogno di distinguersi.