Rapporto Ecomafia 2020, crescono i reati ma anche i controlli
Si è tenuta oggi la presentazione del Rapporto Ecomafia 2020 di Legambiente, le storie e i numeri dell’aggressione criminale alle risorse ambientali in Italia
Serena Tersigni | 11 dicembre 2020

Il rapporto presenta l’analisi dei dati, frutto dell’attività svolta da forze dell’ordine, Capitanerie di porto, magistratura, insieme al lavoro del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli del ministero della Giustizia e di Cresme consulting. Un Rapporto reso ancora più ricco quest’anno dai contributi di giornalisti e ricercatori. La copia del Rapporto sarà in distribuzione nelle principali librerie o acquistabile dal sito di edizioniambiente.it.

I dati

I numeri complessivi che ci raccontano il rapporto Ecomafia 2020 hanno a che fare con l’illegalità ambientale in Italia e purtroppo sono numeri che crescono: 34.648 reati ambientali accertati su tutto il territorio nazionale  (+23,1%), 4 reati ogni ora. Questi dati vanno letti in un duplice modo, denunciano un problema ma segnalano anche un’azione di controllo e monitoraggio sul territorio. Crescono i reati, crescono gli arresti. Per quanto riguarda i singoli settori la prima novità, rispetto all’anno precedente, è il ruolo molto importante che hanno tutte le illegalità della filiera del cemento e l’abusivismo edilizio, per la prima volta in cima alla classifica dei fenomeni di illegalità per settore. Seguono i rifiuti, i reati contro gli animali che continuano a crescere e gli incendi, il 2019 è stato un anno orribile per quanto riguarda il patrimonio boschivo del nostro Paese. I furti sembrano diminuire, aumentano le denunce. Un dato importante è l’incremento significativo dei reperti e delle opere recuperate nel nostro territorio, grazie in particolare al lavoro del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri.

Come sono distribuiti questi reati sul nostro territorio?

L’impatto più significativo è nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa. In testa la Campania seguita dalla Puglia, dalla Sicilia e dalla Calabria. Nelle quali si registrano soprattutto illegalità nelle filiere dell’agroalimentare.

Le proposte

Attuare i disegni legislativi ancora fermi. Da Terra Mia a quello sull’Agromafie, passando per il Disegno di Legge sul Patrimonio Culturale, Archeologico e Artistico. Si chiede l’introduzione di sanzioni adeguate ed efficaci nei confronti dei crimini contro gli animali, le quali ad oggi non consentono di punire questi fenomeni come dovrebbero e un inasprimento delle sanzioni per il delitto di traffico organizzato di rifiuti. Si richiede con forza l’accesso gratuito alla Giustizia da parte delle associazioni come Legambiente iscritte al Registro Nazionale del Terzo Settore. Ma la proposta principale è di lanciare in Italia una grande stagione di lotta all’abusivismo edilizio.

Ministro Costa

Ad intervenire anche il nostro ministro dell’Ambiente Sergio Costa “Il rapporto Ecomafia è per me un appuntamento irrinunciabile perché consente di fare il punto della situazione” ha dichiarato. “Dai dati emerge che è vero che sono cresciuti i reati ma con mio grande piacere che soprattutto sono cresciuti i controlli. Il concetto di controllo per me ha un duplice significato, da una parte sta a significare l’aumento sempre maggiore della sensibilità della Pubblica Amministrazione nel controllo del territorio, dall’altra il controllo è l’elemento che discrimina tra il mondo sano e quello non sano. Il controllo non è repressione ma prevenzione”.