Chiusura delle palestre: "Ci siamo adeguati e ci avete chiuso lo stesso"
Ecco cosa pensa Flavia Scalia, insegnante di ginnastica artistica costretta a insegnare da casa
Laura Marta Di Gangi | 30 ottobre 2020

La situazione si fa sempre più critica e in Francia non appena scatta la mezzanotte si bloccano le strade. In migliaia in coda nelle strade di uscita per Parigi per scappare dal lockdown e rifugiarsi in campagna, viste le nuove restrizioni che prevedono l'esclusiva uscita da casa solo in caso di emergenza o lavoro. In Italia invece continua l'impennata di casi, nella giornata di ieri 29 Ottobre, si sono infatti registrati quasi 27 mila positivi. Cifra record per la nostra Nazione. Noi di zai.net continuiamo la nostra inchiesta e continuiamo a dar voce, dopo la prima intervista di ieri, a chi ha dovuto subire la chiusura della propria attività. Le parole di oggi sono di Flavia Scalia, tecnico regionale FGI GAF e istruttrice di ginnastica artistica. 

Dopo questa chiusura, come ti sei organizzata?

Al momento ho inviato delle schede di allenamento alle bambine a cui insegno, bambine che vanno dai 3 ai 14 anni. Per questa settimana invieremo schede di allenamento che le bambine possono seguire da casa tranquillamente, anche se ciò comporta un allenamento minimo perché non dispongono delle giuste attrezzature e di spazi così ampi. La ginnastica artistica implica inoltre un’enorme collaborazione e gestione di personale qualificato e il fatto che le mie alunne si ritrovino a dover praticare gli esercizi da sole a casa, va a ridurre notevolmente quella che è la sessione di allenamento. È un arrangiarsi, un cercare di farle svagare pur essendo a casa e nello stesso tempo cercare di non fargli perdere i progressi ottenuti in questi mesi.

Secondo te, è davvero così difficile riuscire a mantenere all’interno delle palestre, un adeguato distanziamento e riuscire a sanificare costantemente luoghi e attrezzi?

No non è per nulla impossibile o difficile. Io ero d’accordo con la chiusura totale di marzo perché ci siamo trovati soppressi da questa nuova situazione, non avevamo modi e tempi per adeguarci, ma adesso non è così. Lavorando con numeri ridotti e trovando in strutture che hanno gli spazi adeguati, come nel mio caso che lavoro all’interno di un palazzetto dello sport, quindi ho a disposizione una struttura abbastanza ampia da permettere un adeguato distanziamento tra le bambine, stessa cosa per quanto riguarda la sanificazione degli oggetti e degli spazi. Le mie alunne ad esempio igenizzano costantemente mani e piedi e la ditti di pulizie sanifica ad ogni turno i luoghi e gli attrezzi che utilizziamo. Quindi a parer mio la chiusura delle palestre è del tutto inadeguata, anche perché al momento le palestre sono chiuse con la possibilità di allenare all’aperto in luoghi pubblici. La mia domanda è: come faccio a sapere che in quel luogo sono più al sicuro rispetto alla mia palestra in cui vengono fatti continuamente controlli sulla gente e la sanificazione agli attrezzi? Al momento ritengo che le palestre siano uno dei luoghi più sicuri perché più controllati sia a livello di persone, personale e sanificazione.

Durante la conferenza dell’ultimo Dpcm il Presidente Conte ha però espresso il concetto secondo cui non tutte le palestre erano ligie alle normative anti-covid. Pensi sia davvero così?

Questa è una questione importante perché se ad esempio un bar non rispetta le regole, si provvede con la chiusura del singolo bar in questione e non con la chiusura di tutta la categoria. Perchè con le palestre non è stato adottato lo stesso provvedimento e si è pensato solo a generalizzare? Innanzitutto i controlli non è vero che sono stati attuati in tutte le palestre, a me non è mai capitato nonostante io abbia da subito rispettato tutte le regole sia nel rispetto della mia salute che per quello delle mie alunne e dei genitori. È più che altro adesso un discorso di disparità, una sorta di pretesto per chiudere le palestre.

É stata opportuna la decisione di chiudere palestre, cinema e teatri e permettere invece ad altre categorie di continuare la propria attività, se pur in maniera ridotta?

Purtroppo in Italia lo sport sembra avere ancora un ruolo marginale, cosa che in altri Stati non accade. Al momento alle palestre è associato il concetto di divertimento e svago, quando invece la palestra è una necessità fisica e mentale sia per gli adulti che per i bambini. Oltre al fatto che gli viene insegnato il rispetto per regole che non utilizzeranno solo in ambito sportivo, ma anche nella vita di tutti i giorni. Anche il fatto che si è data la possibilità solo agli sport professionistici di allenarsi e non ad altri, le regole possono essere rispettate su tutti i livelli e non solo a livello professionale.