Tra i molteplici cambiamenti che il Covid-19 ha apportato nella società, c’è anche quello riguardante la mobilità verso le università italiane. Secondo uno studio della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile, che ha analizzato un campione di 85 mila persone, una persona su tre andrà in facoltà con il proprio mezzo per evitare contagi. Al campione è stato somministrato un questionario on-line in cui si ipotizzavano due scenari: uno in cui il virus fosse pressoché debellato e i contagi ridotti, e uno in cui il virus fosse ancora pericoloso e il contagio rallentato.Dai risultati emersi dal questionario, circa il 66% delle persone si recheranno in facoltà se il rischio sanità sarà minimo; se invece il virus dovesse tornare aggressivo come nei mesi scorsi, il 61% vi si recherebbe solo se necessario.
Come ci si recherà in Università?
In uno scenario in cui il rischio di contagio sia minimo, il calo che subirebbe il trasporto pubblico sarebbe pressoché nullo. Significativo diventerebbe nel momento in cui i contagi dovessero aumentare. In entrambi i casi, il mezzo che si predilige resta l’automobile o la camminata a piedi.
Da un’attenta analisi emerge che in questo nuovo anno accademico emergeranno due scenari: uno in cui nella maggioranza dei casi chi si reca in università a piedi, in bici o in auto continuerà a farlo. Il cambiamento vero e proprio sarà per coloro i quali saranno costretti nell’utilizzo dei mezzi pubblici. Si stima che circa il 20% degli utenti modificherà le proprie modalità di trasporto.
Matteo Colleoni, Coordinatore del Gruppo di Lavoro Mobilità della RUS, afferma infatti che si sta incentivando la mobilità attiva e riducendo il trasporto pubblico.