Caivano e quell'amore "sbagliato"
Il primo articolo dedicato alla comunità LGBT: conoscere per comprendere
Camilla Di Gennaro | 17 settembre 2020

"Il Papa ama i vostri figli così come sono, perché sono figli di Dio". Queste le parole pronunciate qualche giorno fa da Papa Francesco al termine dell'udienza generale nella quale ha accolto un gruppo di genitori con figli LGBT dell'associazione Tenda di Gionata. Parole che fanno riflettere dopo la vicenda di Caivano e la morte della giovane Maria Paola Gaglione uccisa dal fratello perchè "colpevole" di avere una relazione con un ragazzo transessuale, Ciro Migliore

È una vicenda complicata, nel teatro della Terra dei Fuochi dove lo stesso parroco Don Maurizio Patriciello, durante le esequie funebri, ha chiesto perdono a Maria Paola per ciò che le è stato fatto. Non sembrano invece dello stesso avviso i genitori che difendono il figlio assassino e sostengono di non essere omofobi ma solo preoccupati per la frequentazione con Ciro, definito "poco affidabile". 

C'è poi un'altra vittima in questa vicenda ed è proprio Ciro che, dopo essere uscito dall'ospedale, ha deciso di non essere presente ai funerali di Maria Paola per evitare di creare disordini. E se c'è un altro figlio, c'è un altro genitore: Rosa, la mamma di Ciro. Rosa ha raccontato di non aver compreso subito quando, cinque anni fa, Ciro le confessò il suo disagio: quello di vedersi in un corpo che non sentiva suo. Si è presa del tempo per pensare, per capire e poi ha accettato la natura di suo figlio. Ha detto: "I figli si accettano, non si uccidono".

Rosa dà una lezione a tutti e ci insegna che non è necessario comprendere immediatamente; può essere un processo che richiede tempo ma è dovere di un genitore così come di una società accettare le diversità e imparare a non giudicare un individuo per le sue personalissime scelte di vita che non ledono in alcun modo la libertà altrui.

L’accaduto ha fatto luce non solo su una realtà poco conosciuta ma anche su una problematica non estranea alle persone transessuali ma certamente estranea ai più: il cambio nome. I giornali sono infatti stati accusati per aver inizialmente definito Ciro come “compagna” di Maria Paola. La questione solleva una problematica non di secondo piano: Ciro infatti all’anagrafe è ancora Cira e questo ha creato confusione nel primo lancio della notizia.

Nel nostro Paese c'è spesso tanta ignoranza su questi temi e a volte non sembriamo neanche essere intenzionati a conoscerli, ma noi di Zai.net siamo convinti che solo la conoscenza e l'informazione possono cambiare lo stato delle cose e far intraprendere a tutti lo stesso percorso di Rosa. 

Proprio per questo Zai.net ha deciso di approfondire questa realtà attraverso interviste a ragazzi transessuali, linguisti, psicologi, professori e genitori, sondaggi e approfondimenti, nella speranza di fare chiarezza e dare il proprio contributi affinché i fatti di Caivano possano non ripetersi più.