“#Poivorrei è un progetto nato come molti altri progetti: per caso”. È scritto così nel sito creato da Elena Caricasole, che dopo aver iniziato a fare una lista di cose che avrebbe fatto dopo la quarantena, ha deciso di condividere l’iniziativa a tutti, con l’aiuto delle sorelle Sofia e Lidia. Si tratta di compilare nell’apposito form sul sito il proprio desiderio accompagnato dal nome e dall’età. Sono messaggi che abbiamo sempre dato per scontato e che adesso ci mancano di più. Come Sara,19 che scrive: “poivorrei tornare ad aspettare i soliti ritardatari”, o Alessia, 25: “poivorrei usare google maps”.
Oltre al sito è stato creato un profilo su Instagram, che conta in questo momento 347 mila follower, e che è stato subito notato dai giovani. Fin dai primi di aprile infatti, quando è stata inaugurata la pagina, la condivisione ha reso virale questo progetto.
Ho pensato quindi di intervistare alcuni dei miei compagni per sapere il loro parere riguardo all’iniziativa. Secondo Sofia: “è una pagina bellissima, mi fa piacere vedere come così tante persone condividano i loro desideri, e come io riesca a sentirmi vicina a ognuno di essi”; anche Ginevra la pensa allo stesso modo: “È carina perché fa pensare a quanto tieni ai piccoli gesti quando non puoi più viverli, ed è anche divertente vedere come il profilo si sia espanso in tutte le città, come il poivorreiroma o poivorreimilano”; Tommaso invece è contrario: “Secondo me, poivorrei è un fuoco di paglia che si spegnerà non appena finita la quarantena. Infatti ha avuto seguito soltanto grazie al fatto che stare chiusi in casa è limitante e annoia. Semplicemente inconsistente”.