Nel Corno d’Africa nelle ultime settimane si sta verificando una delle invasioni di locuste più gravi del secolo. Questo avvenimento è però sovrastato dalla moltitudine di notizie riguardo al Coronavirus, che sta mettendo in ombra una questione altrettanto grave.
Si tratta di un problema causato dal cambiamento climatico, perché il prolungamento anomalo della stagione delle piogge in Africa ha reso il territorio umido, e quindi favorevole alla riproduzione di questi insetti. Uno sciame grande il doppio della superficie di Roma sta invadendo l’Africa da mesi, devastando i raccolti.
In Kenya, Etiopia e Somalia l’invasione sta mettendo in rischio più di 10 milioni di persone, ma sono stati colpiti anche il Sud Sudan e l’Uganda, dove circa 3,24 milioni di persone stanno riscontrando disagi alimentari.
La Somalia è stato il primo Paese a dichiarare lo stato di emergenza, mentre invece associazioni come Save The Children, la Fao e l’Onu avevano lanciato l’allarme già da novembre. In particolare l’Onu afferma che nel mese di giugno il numero di locuste potrebbe aumentare di 500 volte; secondo la Fao questa situazione è una grave minaccia per il sostentamento del Corno d’Africa.
La situazione è quindi molto allarmante, tuttavia è stato raccolto soltanto un minimo dei fondi necessari. Uno dei problemi maggiori è però la disinformazione generale, poiché l’attenzione di molti è focalizzata sul Coronavirus, che sta minimizzando la più grande invasione di locuste degli ultimi decenni.