The New Poets, il prof. che insegna con la trap
Intervista a Marco Toscano: “Così si appassionano alla poesia”
Alessandro Cardarelli e Francesco Giovanelli, 16 anni | 30 gennaio 2020

Tra i quattro insegnanti vincitori del premio Atlante, assegnato dal quotidiano La Repubblica ai migliori docenti, Marco Toscano è l’ideatore del progetto The New Poets, che promuove poesia, musica, danza e arti visive attraverso il rap. Il prof. Toscano, soprattutto al pomeriggio e pure alla domenica, ha sollecitato i suoi studenti del professionale Copernico-Carpeggiani, Istituto all’interno dell’Ipsia Ercole I d’Este di Ferrara, a fare rap su temi come la disuguaglianza razziale, la violenza di genere, il bullismo e contro le mafie. Tra le tante canzoni figura anche Non è normale che sia normale, adottata da Mara Carfagna per la campagna contro il femminicidio. Il ricavato servirà ad aiutare le famiglie affidatarie degli orfani di femminicidio.

 

La musica Trap è uno dei generi più amati da questa generazione, ma non tutti la apprezzano. Come pensa di poterla far arrivare a tutti?

The New Poets è un progetto scolastico nato per promuove le virtù umane: l’obiettivo è quello di utilizzare la trap, l’hip hop e la musica in generale per far capire ai ragazzi cosa è giusto e cosa è sbagliato. Le nostre canzoni trattano tematiche sociali importanti, come ludopatia e dipendenza da videogame e il linguaggio musicale ci serve per trasmettere messaggi positivi. Ai ragazzi a cui non piace la musica Trap e che partecipano al progetto, propongo di fare una contaminazione di generi, perché la musica non ha confini. L’importante è che la canzone sia orecchiabile e il messaggio al suo interno sia efficace.

 

I genitori dei suoi alunni cosa pensano del suo progetto e soprattutto dei suoi risultati?

La maggior parte di loro collabora con noi, ad esempio per l’organizzazione degli spostamenti: i ragazzi cantano a Ferrara, ma è capitato di dover andare a Roma perché ospiti del Parlamento o per un festival. I genitori sono tutti molto contenti dei risultati, credono nel progetto e mi aiutano, e tutto questo mi stimola ad andare avanti e a migliorare.

 

Le è mai capitato di esser biasimato per questa sua idea e per questo suo stile di insegnamento?

Fino ad ora nessuno mi ha mai detto in faccia che non gli piace quello che sto facendo. Probabilmente qualcuno lo pensa però formalmente fino a questo momento tutti hanno reagito bene e sono entusiasti. C’è anche da dire che la maggior parte del progetto si svolge in orario extracurriculare e addirittura anche la domenica.

 

Cos’è che l’ha spinta a creare questo nuovo progetto e soprattutto cosa l’ha spinta a uscire dagli schemi classici di insegnamento?

Mi ha stimolato un mio ex studente che ha realizzato un videoclip sostenendo di essere stato ispirato dalle mie lezioni di Storia dell’Educazione Civica. Così ho pensato che la musica potesse essere un ottimo stimolo per appassionarli alle tematiche che nelle classiche lezioni frontali li annoiano.