Secondo gli ultimi rapporti Istat ed Eurostat, nel 2019 la percentuale riguardante il tasso di abbandono scolastico è aumentata notevolmente. Infatti, il 14,5% dei giovani tra i 18 e i 24 anni è uscito dal sistema di istruzione italiano. Ma i problemi non finiscono qui; infatti si è anche verificata un’inversione del trend, che (prima in decrescita), sta ora avendo un’impennata. E le previsioni per il 2020 non sono delle più rosee, poiché prevedono una percentuale del 15% di abbandono scolastico. Inoltre, facendo un confronto con le altre nazioni dell’Unione Europea, i dati sono in netto contrasto con quelli previsti dall’Ue, che sono del 10%. L’Italia è quindi una delle peggiori in materia, preceduta soltanto da Malta, Romania e Spagna. La situazione a livello regionale inoltre, è ancora più preoccupante, perché sottolinea il divario che c’è tra le diverse zone italiane. Infatti, dai dati, cogliamo una disomogeneità allarmante, con una differenza percentuale del 10% tra il Trentino, l’Abruzzo e l’Umbria, le prime della classe con un abbandono scolastico del 10%, e le isole, Sardegna e Sicilia, con un abbandono del 20%. L’Italia è divisa anche in questo, purtroppo, e le conseguenze sono disastrose dal punto di vista socio-economico (secondo alcuni studi la diminuzione dell’abbandono porterebbe significativi aumenti nel PIL) e da quello sociale, poiché contribuiscono a formare individui con un basso livello di cultura. L’abbandono scolastico non è un quindi un problema da sottovalutare, ma anzi è un’emergenza da risolvere al più presto, se si vuole avere un’Italia migliore.
Allarme rosso: scuole disertate
I dati sulla dispersione scolastica in Italia sono impressionanti. E il Paese è ancora spaccato a metà
Federico Ippolito, 16 anni | 30 gennaio 2020