Facebook e Instagram sono i social network più usati per la varietà di contenuti che offrono: fitness, moda, food, giusto per citare le categorie più gettonate.
Ma cosa succede quando alcuni account si propongono di divulgare contenuti di salute ed educazione sessuale? Violano i termini e la policy, e vengono disattivati. È il caso di due account Instagram italiani, Clitoridea e Le sex en rose, dediti al piacere sessuale e alle recensioni di sex toys, che sono stati disattivati apparentemente “per errore”, ma poi, per fortuna, riattivati. Infatti, negli ultimi mesi il controllo dei contenuti sui social media è aumentato vertiginosamente, tanto che persino il seno nudo di un’opera d’arte o il semplice allattare, vengono censurati perché “sessualmente suggestivi”. La visibilità di post del genere viene scoraggiata, e, insieme ad essa, come in una reazione a catena, anche gli hashtag relativi. Benvenuti nel 2019: dove un seno nudo genera più scandalo di un post che fa riferimento ad attività illegali e viene preso di mira dalle linee guida.
Quello che la galassia Zuckerberg si rifiuta di capire è che arte erotica e sex positivity sono totalmente diversi dal concetto di pornografia. Lo strumento più efficace di divulgazione sono i social network proprio perché permettono una comunicazione più diretta e veloce con il pubblico, offrendo materiale e contenuti relativi alla sfera sessuale altrimenti poco fruibili altrove.
È ormai una gara, e vince colui che riuscirà a segnalare più seni nudi. Bisognerebbe preoccuparsi di spostare l’attenzione su quei post che ledono davvero la sensibilità del pubblico, invece di provvedere a censurare alla velocità della luce la foto di un corpo umano semi nudo, appena coperto da un leggero velo trasparente.