Hikikomori è un termine giapponese che significa isolamento, autoesclusione. È un fenomeno nato in Giappone, dove i soggetti interessati da questa patologia sono almeno cinquecentomila (c'è chi dice il doppio), e purtroppo diffusosi, negli ultimi anni, anche alle nostre latitudini.
Colpisce prevalentemente ragazzi fra i 14 e i 30 anni, di notevole intelligenza e attitudine con gli strumenti elettronici, e presuppone un progressivo distacco dalla realtà, inducendo i soggetti interessati a una reclusione nella propria stanza, senza mai uscirne, e a una comunicazione con l'esterno che avviene unicamente attraverso il computer, il tablet o lo smartphone.
Un caso di cronaca straziante ci giunge, a tal proposito, da Torino, dove un ragazzo di 19 anni, che viveva con la madre in una casa popolare nel quartiere di Mirafiori, si è gettato dal quinto piano del palazzo dopo che la donna gli aveva tolto il computer, stanca di uno stile di vita che riteneva insostenibile. Il giovane, infatti, oltre ad aver abbandonato gli studi, non faceva nulla per cercarsi un lavoro, malgrado la madre fosse disoccupata, il padre se ne fosse andato da tempo di casa e la loro situazione complessiva fosse particolarmente delicata.
Un vicino sostiene di non averlo mai visto uscire, il che rende bene l'idea di quanto sia grave e pervasivo questo male salito di recente all'attenzione delle cronache.
Il ragazzo ora è ricoverato in condizioni disperate presso il CTO del capoluogo piemontese e non sappiamo se riuscirà a riprendersi e, eventualmente, quali saranno le sue condizioni in futuro.