C’era anche l’Italia fra i Paesi che, nel settembre del 2015, adottarono i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile con la sottoscrizione dell’Agenda 2030 dell’ONU. L’obiettivo? Riuscire a garantire un futuro migliore e più sostenibile per tutti, sradicando la povertà e promuovendo prosperità e benessere, nel pieno rispetto dell’ambiente. Ma a tre anni di distanza dall’adozione dell’Agenda 2030, i risultati di queste promesse tardano ad arrivare.
Il rapporto Asvis del 2018, presentato nella sede romana di Confcooperative in Via Torino, illustra il percorso nazionale verso i 17 obiettivi e quanti progressi sono stati finora compiuti. Presenti, oltre al Presidente dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo sostenibile Pierluigi Stefanini, anche il Portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile Enrico Giovannini. Queste le sue parole ai nostri microfoni:
Quanto sanno i giovani di sviluppo sostenibile?
Sanno che bisogna tutelare l’ambiente e che le ingiustizie non rappresentano il futuro di questa società. Ma serve una visione più integrata, che approfondisca le differenze tra generazioni e unisca sostenibilità sociale, economica e istituzionale. Il nostro lavoro nelle scuole è teso a comunicare questa complessità, in cui ognuno possa riconoscere le interazioni tra i problemi e trovarne le soluzioni.
Che risposta vi aspettate dai ragazzi?
Quella che abbiamo già ottenuto dalle prime due edizioni del concorso Facciamo 17 goal. Oltre duecento scuole e diecimila docenti hanno lavorato su questi temi sviluppando dei contenuti. Il coinvolgimento dei ragazzi è non solo fondamentale ma indispensabile per cambiare il domani ma soprattutto l’oggi. Una scuola più sostenibile e più equa si fa oggi, non solo in futuro.
Se dovesse spiegare il concetto di sviluppo sostenibile a un ragazzo di quindici anni cosa gli direbbe?
È lo sviluppo che gli consente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere le possibilità delle generazioni future. Un concetto semplice da enunciare ma difficile da praticare.