Cosa voteremo? Le elezioni rinnovano i deputati che rappresentano i paesi membri dell’Ue all’interno dell’Europarlamento di Bruxelles. Il Parlamento europeo è l’unica istituzione europea i cui membri sono eletti direttamente dai cittadini.
COME SI VOTA
Il voto di lista si esprime tracciando sulla scheda un segno X sul contrassegno corrispondente alla lista prescelta. Grazie al voto di preferenza, ogni elettore può scrivere fino a tre nomi presenti in una stessa lista ma sempre rispettando la rappresentanza di genere (non si possono votare tutti maschi o tutte donne, in quel caso il terzo voto viene annullato).
L’Italia viene divisa in cinque circoscrizioni. Ogni circoscrizione elegge un numero prestabilito di europarlamentari, rispettando i criteri proporzionali con uno sbarramento al 4%.
CHI VOTA
Possono votare tutti i cittadini italiani iscritti nelle liste elettorali del proprio comune che avranno compiuto il 18° anno di età entro il 26 maggio 2019. Sono elettori anche i cittadini degli altri Paesi membri dell’Unione europea che, a seguito di formale richiesta, abbiano ottenuto l’iscrizione nell’apposita lista elettorale del comune italiano di residenza.
Per diversi aspetti, le elezioni europee del 26 maggio rappresentano uno dei voti più importanti della sua storia. Per capire gli scenari possibili lo strumento più affidabile è il sondaggio (nonostante i suoi molti difetti). Esistono poche rilevazioni europee ma si possono aggregare i singoli sondaggi nazionali per tentare di calcolare i seggi che potrebbero venire occupati dai diversi partiti, in ogni paese. È quanto fa il sito pollofpolls.eu, che pubblica proiezioni aggiornate. Le sue analisi si riferiscono alle famiglie politiche che compongono il parlamento europeo, da destra a sinistra passando per ultra-nazionalisti, euroscettici e verdi.
Euroscetticismo o europeismo? Tu cosa pensi?
Il tema principale delle elezioni europee è, sembra banale dirlo ma non lo è, l’Europa. Nel 2014, per la prima volta, più della metà degli italiani non si sentiva cittadino europeo. Più in generale, la fiducia verso le principali istituzioni democratiche era in forte calo. Il calo di popolarità dell’Unione coinvolgeva anche la fascia giovanile, tradizionalmente più europeista. Il disagio dei giovani si concentrava in modo particolare intorno a due nodi fondamentali: disoccupazione e mobilità internazionale. Il tema della mobilità è talvolta vissuto più che come opportunità come causato dalla scarsità di occasioni professionali in Italia. E tu che ne pensi?